“In Islanda ovunque tu vada puoi vedere i contorni delle montagne, il moto ondoso delle colline, e oltre l’orizzonte. E’ una sensazione strana: non sei mai nascosto, ti senti sempre in vista. E’ bellissimo” – Hannah Kent, scrittrice

E’ il momento di attraversare gli altopiani dell’interno: una “No Man’s Land”, infinita distesa di ampi spazi e montagne scure, che ci porterà “Into the Wild“, nella Natura selvaggia. La strada è sempre la stessa, la Statale n.1, ma il paesaggio cambia: un’alternanza di verde (vegetazione) e nero (rocce laviche), con saltuarie spruzzate di bianco (ghiacciai).

Siamo praticamente soli. La densità di popolazione in Islanda è tra le più basse in Europa: 3 persone per chilometro quadrato. In realtà, la maggior parte dei 330.000 abitanti vive lungo la costa. L’interno è tutto per noi.

On the road, verso l’interno dell’isola

Per noi, e per gli animali: che emozione incontrare RENNE SELVATICHE! Proprio quelle di Babbo Natale. Introdotte dalla Norvegia nel XIX secolo, oggi se ne contano circa 5000, tutte allo stato brado. Non sono i numeri dell’ALASKA (1,5 milioni di esemplari, pari a 2 renne per abitante), ma l’Islanda è molto più piccola: è più facile incontrarle!

Renne selvatiche: in Islanda ce ne sono circa 5000

A proposito di fauna selvatica: nonostante la latitudine, qui non ci sono ORSI POLARI. Si stima che in passato ne siano arrivati almeno 600, trasportati dagli iceberg. Purtroppo durarono poco: pericolosi per uomini e greggi, furono prontamente e impietosamente abbattuti.

Splendido esemplare di montone maschio

Ci consoliamo con PECORE e MONTONI: sono in numero doppio degli abitanti! Anche in pieno inverno pascolano all’aperto, ben protetti da un notevole strato di lana. Ecco perchè i maglioni islandesi sono così caldi!

Pecore e montoni, all’aperto anche in inverno

Per me, i più belli di tutti sono i CAVALLI ISLANDESI, che pascolano in semilibertà: piccoli e robusti (ma guai a chiamarli pony!), con pelliccia folta, criniera e coda lunghissime, sono i discendenti diretti di quelli introdotti dai Vichinghi. Una linea rimasta pura nel corso dei secoli. Si stima ce ne siano 80.000 (1 ogni 4 abitanti), e che 1 islandese su 10 sia in grado di cavalcarli. Ne incontriamo parecchi… Questa parte d’Islanda è davvero magica!

“Non c’è animale più sagace del cavallo islandese. Non viene fermato né dalla neve, né dalla tempesta, né dalle strade impraticabili, né dalle rocce, dai ghiacciai o altro. È coraggioso, sobrio e sicuro.” – Jules Verne

Cavalli islandesi: piccoli e robusti, sono i discendenti di quelli portati dai Vichinghi

Procediamo, tra paesaggi lunari di spettacolare desolazione.

Andiamo a cercare una fattoria in torba in mezzo al nulla: MÖÐRUDALUR. L’unica, nel raggio di decine di chilometri.

Fattoria Möðrudalur, d’inverno; notare le piastrelle di torba impilate

Costruita nel 1949, è una deliziosa e accogliente struttura in legno con le pareti esterne rivestite con piastrelle di torba larghe 50 cm, impilate l’una sull’altra lasciando spazio solo per l’apertura di porte e finestre.

All’interno, un fragrante aroma di dolci fatti in casa. Impossibile resistere!

Fattoria Möðrudalur, interno: non solo dolci! Anche Moss Soup, Zuppa di Muschio, e agnello

E mentre sorseggiamo il nostro caffè, notiamo un insolito distributore di carburante: per riparare gasolio e benzina dal gelo, anche il serbatoio e le pompe di erogazione sono inseriti in un edificio in legno e torba.

Fattoria Möðrudalur, distributori di carburante protetti da piastrelle di torba

Non manca nemmeno la chiesetta, in questo delizioso mini-villaggio letteralmente “In the Middle of Nowere”, in mezzo al nulla.

Fattoria Möðrudalur in estate: notare a destra la chiesetta bianca (1949)

“Ho camminato molto in Islanda. Quando arrivi in una nuova valle vedi un certo paesaggio. Se stai fermo, non ti dice quanto sia grande. In realtà non ti dice cosa stai guardando. Nel momento in cui inizi a muoverti, il paesaggio si muove con te” – Olafur Eliasson, artista

Lasciamo il posto a malincuore, e proseguiamo: tappa successiva la spettacolare DETTIFOSS, la cascata con maggiore portata d’acqua d’Europa: 45 metri di altezza (quasi come le NIAGARA FALLS) per 100 di larghezza.

Dettifoss, la cascata con maggiore portata d’acqua d’Europa

Questa parte d’Islanda si trova nel Parco Nazionale VATNAJÖKULL (come la LAGUNA GLACIALE JÖKULSÁRLÓN), ma in un settore separato, chiamato JÖKULSÁRGLJÚFUR, un canyon di 25 km di lunghezza per 500 m di larghezza e 120 m di profondità.

Jökulsárgljúfur, il canyon con la cascata Dettifoss all’interno del Parco Nazionale Vatnajökull

Ci troviamo nuovamente al confine tra le due placche, l’eurasiatica e la nordamericana: come al PONTE DEI CONTINENTI, o al PARCO THINGVELLIR. In questa parte d’Islanda si manifesta come un’enorme caldera sovrastata dal vulcano KRAFLA, da cui l’area prende il nome. Un vulcano vecchio di 300.000 anni, che tra il 1975 e il 1984 ha eruttato 9 volte. A parte l’imponente centrale geotermica che dal 1977 recupera parte del calore del sottosuolo, due siti naturali meritano assolutamente una visita.

Krafla Lava Field: i campi di lava della caldera che prende il nome dal vulcano principale

Iniziamo dal fotogenico MAAR VÍTI, il “Cratere dell’Inferno”: 300 m di diametro, frutto dell’eruzione del 1724 (nota come Mývatn Fires). Oggi è riempito da uno splendido lago verde giada. Esattamente come il CRATER LAKE dell’OREGON! Che però è molto più grande e più profondo.

Maar Víti, il “Cratere dell’Inferno”

Nei pressi, il sito geotermico di HVERIR: solfatare, pozze di fango in ebollizione e un intenso odore di zolfo danno veramente l’impressione di trovarsi alle porte degli Inferi!

Sito geotermico di Hverir

Arriviamo al LAGO MÝVATN, tra i luoghi più visitati d’Islanda.

Cratere Hverfjall, nei pressi del lago Mývatn

Profondo solo 2,5 metri ed esteso per 37 kmq, si allarga in un paesaggio tipicamente vulcanico fatto di colate laviche, crateri, coni e solfatare. Natura allo stato primordiale! E luogo di ritrovo per 15 diverse specie di anatre.

Mývatn Nature Bath: la “Blue Lagoon” del lago Mývatn

Una curiosità su questa zona: i locali sfruttano il calore del sottosuolo per cucinare il pane: basta metterlo in un contenitore sottoterra, aspettare 12-24 ore, et voilà! Il pane è servito.

Lago Mývatn, Pseudocrateri di Skútustaðagígar, prodotti da esplosioni di gas nella lava bollente

Per i fan del TRONO DI SPADE, qui si trova Grjótagjá, la Grotta dell’Amore dove Jon Snow e Ygritte scoprono di amarsi follemente. E non solo nella finzione cinematografica! Sembra che dopo aver girato queste scene si siano innamorati anche nella vita. Oggi sono sposati, e perfino in attesa di un erede!

“Islanda, sono innamorato di quel Paese, le persone sono incredibili” – Kit Harington (Jon Snow, nella serie televisiva Il Trono di Spade)

“E’ stata una fortuna filmare in Islanda. Alcuni dei miei ricordi preferiti sono rimasti lì, circondati da null’altro che neve e ghiaccio” – Rose Leslie (Ygritte, nella serie televisiva Il Trono di Spade)

Grjótagjá, la Grotta dell’Amore di Jon Snow e Ygritte nel Trono di Spade

Lasciamo anche il lago MÝVATN.

E’ il momento di riparlare dei Vichinghi. Ci aspetta GOÐAFOSS, la “Cascata degli Dei”: quando nell’anno Mille l’ALTHING decretò il passaggio dalla religione di Odino e Thor al Cristianesimo, secondo le antiche saghe le statuette degli idoli norreni vennero gettate qui.

Goðafoss, la “Cascata degli Dei”: qui nell’anno Mille vennero gettati gli idoli dell’antica religione

Un gesto simbolico, per passare dal Valhalla al Paradiso!

Divinità vichinghe: avevano sembianze umane, ma anche pregi e difetti

La Statale n.1 ci riporta verso la costa, ad AKUREIRI, che con 18.000 abitanti è la seconda città dell’Islanda. La posizione è molto suggestiva, all’interno di un fiordo profondo 60 chilometri. Eppure, quello che mi colpisce di più sono i suoi semafori: quando scatta il rosso si illumina un cuore! Un artifizio inventato dall’amministrazione locale per far sorridere i cittadini, dopo la crisi economica del 2008. Non so se abbia raggiunto lo scopo, ma a noi piace!

Akureiri, con i semafori rossi a forma di cuore

Continuiamo. Ho fretta di raggiungere un’altra meta del viaggio, forse la più isolata: SIGLUFJÖRÐUR. Con poco più di mille abitanti, dediti principalmente alla pesca dell’aringa, si trova nell’estremo nord. Quasi al Circolo Polare Artico.

Siglufjörður d’inverno, il nostro hotel

Questo posto mi è rimasto nel cuore più di tutti gli altri. Un paesino delizioso e non turistico, difficilmente raggiungibile finchè non sono state aperte alcune gallerie. Splendido il porticciolo, sul quale si affaccia il nostro hotel.

Porticciolo di Siglufjörður d’inverno, dal nostro hotel

L’atmosfera è magica: ci ha regalato perfino un’aurora boreale!

Siglufjörður: aurora boreale sul nostro hotel

“Quando guardo l’aurora boreale vedo i nostri antenati danzare attorno a un fuoco sacro, illuminandoci la strada quando è il momento per noi di attraversare questo mondo fisico e unirci a loro” – Molly Larkin, “What do the Northern Lights mean for us?”

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