Uno dei motivi per visitare questo splendido, immenso, inimitabile pezzo di mondo è certamente la sua fauna selvatica.

Nell’articolo sul DENALI parlo un po’ delle specie protette che vi abitano.

Ma ci troviamo nell’ULTIMA FRONTIERA: non occorre andare nei parchi per vedere animali selvatici: basta percorrere le strade, e tenere gli occhi aperti!

Mamma Orsa, sospresa ad allattare dietro a un tronco

Ma parliamo di orsi. Come detto nell’INTRODUZIONE, l’Alaska ha 1 orso ogni 6 abitanti.

Gli ORSI BRUNI (brown bears) sono circa 30.000: più del 98% di quelli presenti in tutti gli Stati Uniti! Chiamati grizzly per la pelliccia brizzolata, grazie ad una dieta ricca di salmoni possono raggiungere i 750 kg di peso: ma solo durante la SALMON RUN, quando il cibo non manca. E se non salta in bocca, basta andargli incontro!

Mamma grizzly a pesca, direttamente nel fiume

E poi ci sono 100.000 ORSI NERI (black bears, o baribal): più piccoli, ma più aggressivi, imprevedibili e pericolosi dei grizzly. Alla faccia di Yoghi & C.!

Un orso nero attraversa la strada proprio davanti alla mia macchina

Vari tour organizzati consentono di andare a cercarli in posti remoti, raggiungibili solo con idrovolanti. Ma anche gli orsi si possono incontrare lungo il percorso: basta avere un po’ di fortuna, e sapere dove guardare. Quello che facciamo nel nostro tour. Di solito, funziona!

Il picco della SALMON RUN va da metà luglio a metà agosto. In autunno gli orsi vanno in letargo. Si svegliano a primavera. E fino a luglio? Magri e affamati, si accontentano di pesce di mare catturato nel bagnasciuga, o di vongole, che estraggono dalla sabbia con i lunghi artigli. Oppure larve, fiori e bacche, considerando che sono per l’85% vegetariani.

Un grizzly cammina sulla spiaggia in cerca di pesce o frutti di mare

A parte gli orsi, simbolo incontrastato della fauna alaskana, una grande ricchezza dell’Ultima Frontiera sono i Cervidi. E non solo i normali deer, o wapiti, simili a quelli di casa nostra, solo più grandi (ma tutto è più grande in America!)

Maschio di cervo (wapiti) con il suo harem

I più rappresentati numericamente sono i CARIBU’ (o reindeer, le renne di Babbo Natale), presenti in un milione e mezzo di esemplari (praticamente due per ogni abitante!). Suddivisi in una trentina di mandrie, ogni anno percorrono fino a 3000 miglia (quasi 5000 km!): durante l’inverno si spostano verso le foreste, dove trovano nutrimento sotto la coltre di neve; in primavera, abbandonano i territori invernali per dirigersi verso quelli di allevamento dei piccoli. Una migrazione biblica, paragonabile, per entità e importanza, a quella del Serengeti in Africa.   

I Cervidi più grandi di tutti sono gli ALCI, o moose: i maschi possono raggiungere i 700 kg di peso e sfoggiare palchi di corna ampi più di 2 m e pesanti fino a 32 kg: un bel fardello da portare sulla testa! Ce ne sono talmente tanti, specialmente nella PENISOLA DI KENAI, che bisogna stare attendi quando si guida, soprattutto di notte: laconici cartelli tengono il conto degli investimenti.

Un alce femmina (moose) ci attraversa la strada

E’ bellissimo vederli brucare sul fondo di qualche lago (hanno bisogno di molto iodio), o camminare in modo regale. Nonostante le zampe lunghe e l’aspetto dinoccolato!

“Gli alci sono gli scoiattoli dell’Alaska” – Tim Moon

E ancora, sempre in giro per l’Alaska, incontriamo CAPRE delle Montagne Rocciose, BIGHORN dalle grandi corna, LUPI, VOLPI, CASTORI, FOCHE, LEONI MARINI, BALENE, ORCHE, LONTRE

Un leone marino emerge per respirare durante una battuta di pesca

Una parola a parte meritano le LONTRE DI MARE: carinissime! Amano galleggiare a pancia in su, sgranocchiando un pesce, o cullando un piccolo sulla pancia. Ed hanno una pelliccia così fitta (che costò loro quasi l’estinzione – ne parlo QUI) da non avere bisogno di tessuto adiposo per difendersi dal gelo del mare. Oggi sono abbastanza frequenti, anche nei porticcioli. Un piacere vederle giocare! Si potrebbe guardarle per ore.

Simpatica lontra di mare galleggia a pancia in su in un porticciolo alaskano

Naturalmente non mancano gli uccelli, tra cui le AQUILE: sia quella calva o dalla testa bianca (bald eagle), simbolo degli USA, che l’aquila reale, dal piumaggio uniforme. Come se si fossero date appuntamento, ogni novembre migliaia di Bald Eagle convergono ad HAINES. Un effetto indescrivibile! Gli abeti su cui si posano in gruppo sembrano alberi di Natale.

E ancora PULCINELLE DI MARE (puffin), così buffe da risultare simpatiche. O FOCHE e LEONI MARINI, che contendono i salmoni ad orsi e aquile.

E tanti tanti GABBIANI… Per ben due volte, li ho visti mettere in fuga aquile, grandi il doppio di loro, per difendere il territorio di caccia e pesca. Una figuraccia, per il simbolo della potenza americana…

Ma questo non è un posto qualunque. E’ l’Ultima Frontiera!

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