“Non so ancora perché, ma credo che le persone possano avere un legame spirituale con il paesaggio. A me certamente è successo in Islanda” – Hannah Kent, scrittrice

L’ISLANDA è la più grande isola vulcanica al mondo: 500 km di lunghezza, per 300 di larghezza. Praticamente, un terzo dell’Italia. E anche una delle più giovani, considerando che le rocce più antiche hanno “solo” da 15 a 20 milioni di anni. Praticamente, è nata quando il fiume Colorado stava già pensando di iniziare a incidere il GRAND CANYON americano. Da allora, pianure e montagne si sono formate in tempi (geologicamente) brevissimi, grazie ad un’attività vulcanica particolarmente intensa. E ancora in atto!

Si stima che qui negli ultimi due secoli siano entrati in eruzione almeno una trentina di vulcani, mentre un’intensa attività geotermica creava geyser, fumarole e sorgenti calde. Vari processi naturali hanno tinto la terra di giallo e rosso e le spiagge di nero, dipingendo paesaggi primordiali senza tempo.

E tutto a causa della posizione a cavallo di due continenti. Anzi, “placche”.

Secondo la teoria della Deriva dei Continenti (poi affinata in Tettonica a Placche), lo strato più esterno della Terra (litosfera) è fratturato in una ventina di placche rigide, tra cui 7 principali (pacifica, nordamericana, sudamericana, eurasiatica, africana, indo-australiana e antartica).

Placche continentali e oceaniche – notare l’Islanda tra Eurasia (verde) e Nord America (marrone)

Le placche galleggiano sullo strato fluido sottostante (astenosfera) e si spostano orizzontalmente trascinando con sé continenti e oceani. A seguito del movimento possono scontrarsi, allontanarsi o scorrere le une sulle altre. La maggior parte dei fenomeni sismici e vulcanici del pianeta si verifica proprio nei punti di contatto tra placche. Basti pensare al PACIFIC RING OF FIRE, responsabile dei vulcani in ALASKA, WASHINGTON e OREGON.

L’ Atlantico non è una placca a sé (come il Pacifico), ma è interessato da due placche: l’Europea e la Nord Americana, che si allontanano alla velocità “vertiginosa” di 2-2,5 cm l’anno. Risultato: un’immensa frattura, dal Mar Glaciale Artico all’Antartide, da cui è risalito il magma creando una catena montuosa sottomarina, la Dorsale Medio-Atlantica. In un punto della Dorsale, l’accumulo di magma è stato tale da emergere sopra l’oceano: così è nata l’Islanda. Praticamente, giovane frutto di un focoso incontro.

Islanda: un’isola a cavallo fra due continenti

Troveremo in questo viaggio varie testimonianze dell’origine vulcanica dell’isola, paradiso per geologi, ma anche per semplici fotografi.

Per “riunire” simbolicamente le due placche… mi piace iniziare proprio dal Ponte dei Continenti: MIÐLÍNA BRIDGE. La separazione tra le due placche ci appare come crepe, burroni e file di crateri. Percorrere i 18 metri di questo simbolico ponte pedonale ci consente di passare dall’Europa al Nord America, o viceversa. Una sensazione strana: comincio a sentirmi veramente alla fine (o all’inizio!) del mondo.

Midlina Bridge: a destra, la placca Nord Americana; a sinistra: l’Europea

Ci troviamo nella PENISOLA DI REYKJANES, a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale di KEFLAVIK, dove atterriamo. Una parte arida e attiva, tra montagne di tufo e colate laviche, tutelata come Geoparco sotto l’egida dell’UNESCO.

Fotografiamo BRIMKETILL LAVA ROCK: una piscina naturale creata dalla forza dell’oceano sulla scogliera di lava nera. Sembra la vasca privata di un gigante. In effetti, è così: scopro che, secondo la tradizione, vi risiede la gigantessa Oddný.   

Brinketill Lava Rock, piscina privata della gigantessa Oddný

La penisola di Reykjanes vanta molte Aree Geotermiche. Questo è un punto caldo: al contatto con le alte temperature delle rocce sottostanti, l’acqua piovana che penetra nel terreno vaporizza in profondità e risale in superficie sotto varie forme. Ecco spiegate le sibilanti fumarole di GUNNUHVER.

Fumarole di Gunnuhver, nel Geoparco UNESCO

O il sito di SELTUN, tripudio di giallo brillante, arancio, rosso e verde, tra ribollenti pozze di fango dall’odore sulfureo. Un paesaggio infernale!

Tutti i colori dell’area geotermica di Seltun

Nei pressi, stupefacenti rocce di lava nera incorniciano il lago KLEIFARVATN.

Lago Kleifarvatn, d’inverno: surreale il contrasto con la lava nera

Un discorso a parte merita una delle attrazioni più popolari d’Islanda. Non la mia preferita, in quanto un po’ troppo turistica, ma da non perdere: BLUE LAGOON, o Laguna Blu, un grande lago dalla temperatura perfetta per fare il bagno: 39°C. Praticamente, una spa di lusso, con annesso albergo, bar e ristorante (foto aerea in copertina).

Il prestigioso National Geografic la indica tra le Top 25 Meraviglie del Mondo.

Laguna Blu, area termale

In realtà non è naturale: si è creata a seguito dell’istituzione di una centrale geotermica, una delle tante tramite le quali gli Islandesi sfruttano il calore del sottosuolo per riscaldare gli edifici. In questo caso la centrale estrae acqua marina a 200°C, troppo salata e calda per essere immessa nelle tubature. Pertanto, viene usata per riscaldare acqua dolce: la Laguna Blu è quanto rimane del processo. Detto così, sembra negativo. Al contrario: l’acqua si rinnova completamente ogni 48 ore, e risulta non solo perfettamente pura, ma anche ricca di minerali preziosi per la salute della pelle.

Laguna Blu, contrasto tra l’acqua lattescente e la lava nera

Che ci si immerga o meno (io preferisco fotografare!), basta allontanarsi di poco dall’area più affollata per godere a pieno del paesaggio: silice e alghe conferiscono all’acqua lattiginosa un incredibile colore blu, che contrasta col nero del deserto di lava circostante.

Il primo impatto con l’isola lascia senza fiato. Non vedo l’ora di scoprire cosa c’è dietro l’angolo.

“La cosa più sorprendente dell’Islanda non sono i campi di lava, le sorgenti termali o i ghiacciai. È il fatto che ci sono 13.000 km di strade che ti porteranno in questo deserto inesplorato” – Anonimo

Vedi tutti gli articoli sull’ISLANDA:

Ti potrebbe piacere: