“Il loro ruggito è intorno a me. Sono sull’orlo delle grandi acque, e il loro inno sale possente tra l’arcobaleno e la nebbia” – Grenville Mellen, Niagara (1839)
Non sono le più alte. Nè quelle con maggiore portata d’acqua. Ma sono indubbiamente le più famose al mondo.
Il segreto della loro bellezza risiede nella spettacolarità dello scenario: un enorme anfiteatro naturale, dal quale l’acqua precipita per una cinquantina di metri con tre distinte cascate.
Artefice dei tre distinti salti è un unico fiume, il Niagara, che collega i due grandi laghi Erie e Ontario segnando, per un tratto, il confine tra Stati Uniti e Canada.
All’altezza delle cascate, su entrambi i lati, due cittadine dallo stesso nome: Niagara Falls New York (ci troviamo nello Stato di New York), e Niagara Falls Ontario (dal nome della Provincia del Canada). Tre ponti collegano le città gemelle, tra cui il Rainbow Bridge, o Ponte dell’Arcobaleno (1941), dal quale la vista spazia sulle cascate nella loro interezza.
Il lato americano è turisticamente poco sviluppato, perchè da qui la vista del complesso è solo parziale. Eppure, due delle tre cascate si trovano qui: American Falls, la più estesa delle due (323 metri di larghezza), il cui salto di 58 metri è interrotto da una vecchia frana, e la piccola ma deliziosa Bridal Veil Falls, la cascata del Velo da Sposa.
A separarle, la minuscola Luna Island. Tutta l’area è protetta come State Park.
Sull’altra sponda, il Canada. Niagara Falls Ontario ci accoglie come una piccola Las Vegas: alberghi, negozi, ristoranti, e il grande e curatissimo parco dedicato alla Regina Vittoria. Tutto quanto caratterizza una località di villeggiatura di lusso, nonchè uno dei posti più romantici del Nord America.
Io scelgo sempre di dormire qui, perché dal Canada la vista è spettacolare: non solo sull’enorme Horseshoe Falls (Cascata a Ferro di Cavallo, più di 800 metri di larghezza), ma anche sul lato americano.
Nella lingua dei Nativi Americani Irochesi, il nome Niagara significa “Acque Tuonanti”, e rende bene il possente fragore che le accompagna.
“Ascoltavo il ruggito, e tendevo costantemente lo sguardo verso la direzione in cui sapevo dovevano essere le cascate, per vedere il fiume scorrere verso di loro, aspettando in ogni momento di vederne il vapore. In pochi minuti, vidi due grandi nuvole bianche che si alzavano lentamente e maestosamente dalle profondità della terra… E poi, per la prima volta, udii il potente scroscio dell’acqua, e sentii il suolo tremare sotto i miei piedi” – Charles Dickens, “American Notes” (1842)
Avvicinandosi, ancora prima di vederle, le senti! E poi, sotto la nebbiolina sollevata dalla potenza dell’acqua, compaiono loro. E’ come per il GRAND CANYON, o altre incredibili meraviglie della Natura: puoi averle viste in mille foto, film o documentari… ma quando lo scenario si apre davanti agli occhi, non puoi non rimanere senza fiato!
Questo è uno di quei luoghi da vedere una volta nella vita. Ma da vedere per bene e con calma, senza tralasciare nulla! Di giorno, e di notte.
Provenendo dalla terra degli AMISH, dopo aver attraversato la Pennsylvania e lo Stato di New York, mi piace iniziare dal lato americano. Una piacevole passeggiata ci consente di scattare foto da vicino sia dell’American Falls che della Bridal Veil Falls, e avere un primo assaggio, da lontano, di quella più possente canadese.
Passiamo il confine e ci spostiamo in Canada. Da qui la vista è strepitosa! Sia di giorno, con la luce del crepuscolo, che di notte, quando un efficiente sistema di illuminazione le tinge di mille colori, mentre le goccioline sollevate dalla potenza dell’acqua creano giochi di riflessi e arcobaleni.
Dedichiamo loro ancora un’intera giornata, sfruttando tutte le possibilità di visita. Una giornata in cui si rischia di bagnarsi un po’ (nonostante i colorati impermeabili), ma che non si dimentica più!
Iniziamo dalla tradizionale crociera. Lo scenario che si apre dal battello è indescrivibile… Man mano che ci avviciniamo alle cascate, fino ad arrivare sotto la più potente Horseshoe Falls, l’emozione aumenta, insieme al fragore dell’acqua ed alla quantità di gocce in sospensione.
Tutti i buoni propositi di restare al riparo svaniscono… Ci ritroviamo sempre sul ponte a scattare mille foto, cercando di proteggere macchine e telefonini dall’acqua. Ma ne vale la pena!
“Quando eravamo seduti nel piccolo traghetto, e stavamo attraversando il fiume davanti a entrambe le cascate, cominciai a sentire cosa fosse: ma in un certo senso ero sbalordito, e incapace di comprendere la vastità della scena. E’ stato solo quando sono arrivato a Table Rock e ho guardato – Oh cielo, che cascata di acqua verde brillante! – che mi ha colpito in tutta la sua potenza e maestosità – Charles Dickens, “American Notes” (1842)
Altra esperienza da fare è passeggiare di fianco alle rapide: un percorso di passerelle chiamato White Waters, “Acque Bianche“, rese tali dalla schiuma creata dalla forza dell’acqua. Qui sì che ci si rende davvero conto della potenza della Natura!
Per capirne meglio la formazione, proviamo anche Niagara’s Fury, una simulazione – molto efficace! – di quanto avvenuto durante l’ultima glaciazione, circa diecimila anni fa. Si rischia di bagnarsi anche qui, ma l’azione delle forze della Natura è resa in modo magistrale.
Ma non dimentichiamo che questa è la Honeymoon Capital of the World, la Capitale Mondiale della Luna di Miele: una tradizione nata con il film “Niagara” di Henry Hathaway (1953), girato proprio qui, con Joseph Cotten e una giovane Marylin Monroe (così poco conosciuta che in questo film verrà pagata meno del suo truccatore!). Da allora, sono una meta ambita per tante coppie in Viaggio di Nozze.
“Marilyn è un fenomeno della Natura, come le Cascate del Niagara e il Grand Canyon. Non si può che farsi da parte e ammirarla sbalorditi”- Nunnally Johnson, regista statunitense (1897-1977)
Una delle scene più famose del film si svolge proprio dietro le cascate: impossibile resistere a scattare una foto anche lì! Protetti dalle solite mantelline, ma di un altro colore!
Qualche curiosità.
Le cascate giocano un ruolo importante nell’economia, sia del Canada che degli Stati Uniti, non solo quale attrazione turistica, ma anche per la produzione di energia idroelettrica. Una statua nel lato americano ricorda che qui Nikola Tesla inventò la corrente alternata, consentendo all’energia prodotta di essere trasportata anche a grande distanza.
Eppure, questa incredibile meraviglia è destinata a scomparire… Il fiume Niagara continua infatti la sua azione erosiva, che fa indietreggiare le cascate da 60 cm a 3 m l’anno. Praticamente una condanna! Per fortuna nostra, ormai da quasi un secolo complesse opere di preservazione hanno rallentato il fenomeno. Potremo continuare a godere di tanta bellezza ancora per un po’.
Parlando invece di pazzi… A partire dal 1829 molti hanno provato a saltare dalle cascate, soprattutto dal lato canadese (quello americano, per la presenza della frana, rende l’impresa impossibile). Tra i saltatori più famosi: una donna, Annie Taylor, che nel 1901 si gettò nella Horseshoe Falls all’interno di un barile con il suo gatto: sopravvisse, e divenne l’eroina indiscussa delle Niagara Falls.
Infine, un miracolo: nel 1960 un ragazzino di 6 anni, caduto accidentalmente in acqua da un’imbarcazione da turismo, sopravvisse al salto dalla Horseshoe Falls, protetto solo da un salvagente. L’angelo della cascata si era preso cura di lui.
“Un angelo, che era stato in cielo e in terra, ripiegò le sue ali luminose. E si inginocchiò davanti alla Natura, su questo strapiombo selvaggio” – Maria Brooks, “To Niagara” (1922)
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