Oggi ci dedichiamo ad esplorare un mondo di vulcani e campi di lava vergine, uno degli spettacoli visivi più suggestivi e drammatici delle CANARIE.

“Il modo migliore per viaggiare sulla Luna senza lasciare la Terra”

Iniziamo con una camminata di circa tre ore fino alla Caldera Blanca, un vecchio cono generatosi da eruzioni vulcaniche molto antiche.

Sentiero verso la Caldera Blanca

Tranne l’ultimo tratto, che si arrampica sulla cima della caldera, il percorso è in piano, e si snoda tra paesaggi surreali di calanchi vulcanici e strane forme di lava. Dall’alto, il panorama è strepitoso! 

Interno della Caldera Blanca
Panorama dalla Caldera Blanca: coni vulcanici rossastri spiccano sulla colata lavica nera

Soddisfatti per il trekking, ci spostiamo con le nostre macchine nel Parco Naturale di Timanfaya, dove ci accoglie El Diablo, l’insegna di metallo opera di César Manrique. Sembra di essere su Marte!

El Diablo, l’insegna del Parco Naturale di Timanfaya creata da César Manrique

Le eruzioni che hanno cambiato per sempre l’aspetto di Lanzarote si sono verificate tra il 1730 e il 1736. In sei anni, almeno una trentina di vulcani scossero la terra, vomitando pezzi di lava incandescente, cenere e lapilli.

Da allora, né la vegetazione né il clima hanno avuto il tempo e la forza di cambiare questa terra rossa e nera, oggi Riserva della Biosfera dell’UNESCO. Inquietanti scenari da “Day After” testimoniano oggi una delle più drammatiche catastrofi della storia recente.

La nostra visita inizia dall’Isolotto di Hilario, luogo ideale per comprendere perché i vulcani sono chiamati Montañas de Fuego, le “Montagne di Fuoco”’: a 10 cm di profondità la temperatura supera i 140°C, e a 6 m raggiunge i 400°C. Un esile strato di crosta terrestre…. e sotto ribolle l’Inferno! Il personale del Parco ci mostra queste anomalie geotermiche con geyser artificiali e forni naturali. Impressionante!

Qui si trova anche il Ristorante El Diablo, progettato da César Manrique: oltre ad offrire una vista impagabile, ha una peculiarità: dispone di una griglia alimentata dal calore del sottosuolo, che i cuochi utilizzano per cuocere la carne. Inutile dire, che ha un sapore dell’altro mondo!

Il Ristorante El Diablo, opera di César Manrique, domina l’Islote de Hilario

Sia per motivi di sicurezza, sia per preservare il territorio, l’accesso all’area più interessante è consentito solo utilizzando i bus del parco, che percorrono la Ruta de los Volcanes tra coni e tubi vulcanici quasi inalterati, colate di lava con sporadici licheni e distese di rocce rosso-arancio. Un tour di quaranta minuti, che ci lascia davvero senza fiato!

Ruta de Los Volcanes, la “Strada dei Vulcani” che penetra nel cuore del Parco

La lunga eruzione del Settecento plasmò drasticamente il paesaggio ma interruppe anche la vita di molti villaggi. Non fu così a Tinajo, dove gli abitanti piantarono una croce per chiedere alla Vergine Maria di fermare il flusso di lava ardente. Che miracolosamente si fermò! Proprio ai suoi piedi, dove venne eretta una cappella dedicata alla neonata Vergine dei Vulcani. Un aneddoto simpatico, in un contesto infernale!

Cappella alla Vergine dei Vulcani, nuova devozione mariana nata dopo l’eruzione del 1736

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