Forse pochi sanno che la Guerra per l’Indipendenza dagli Inglesi, che portò alla nascita degli Stati Uniti d’America, non si concluse a fine ‘700. Certo, nell’autunno del 1800 erano stati inaugurati il Capitol e la Casa Bianca, nella capitale WASHINGTON D.C. concepita ex novo a tavolino.

Eppure, trent’anni dopo gli Inglesi cercarono di riprendersi le colonie perse, scatenando una nuova guerra che mise alla prova gli USA come nazione sovrana, ma anche la fiducia nella neonata democrazia. Una guerra che nel 1814 porterà a mettere a ferro e fuoco sia il Capitol (mandando in fumo il primo tentativo di Biblioteca Nazionale) che la Casa Bianca (che verrà chiamata così proprio a seguito dei lavori di pulitura dopo l’incendio).

Fort McHenry, teatro di una battaglia decisiva contro la marina britannica (1814)

L’atto finale che deciderà, una volta per tutte, il futuro degli Stati Uniti, avviene in MARYLAND, a BALTIMORA (BALTIMORE, in inglese).

Fondata nel 1729, Baltimora si estende in posizione strategica all’interno della profonda Chesapeake Bay. Solo una sessantina di chilometri la separano, via terra, dalla capitale Washington D.C.. Per gli Inglesi, un ghiotto punto di penetrazione per assestare il colpo finale.

Baltimora, Inner Harbor, la parte più profonda della Chesapeake Bay

Eppure, a settembre 1814 tutti i suoi abitanti (bianchi o neri, schiavi o uomini liberi, immigranti o nativi del posto) si schierarono a difesa della città, mentre il vicino FORT McHENRY respingeva l’attacco della Royal Navy.

Uno degli ultimi atti di guerra, conclusasi a febbraio 1815, che ispirerà le parole dell’Inno Nazionale Americano Star-Spangled Banner“, lo Stendardo Adorno di Stelle.

Le parole sono quelle della poesia The Defence of Fort McHenry“, scritta nel 1814 da Francis Scott Key, avvocato newyorkese trentacinquenne. La musica ricalca una canzone popolare opera del compositore inglese John Stafford Smith. E’ Inno Nazionale ufficiale dal 1931.

Inutile dire che Fort McHenry è oggi National Monument and Historic Shrine, Monumento Nazionale e Santuario Storico. Lo Stendardo Adorno di Stelle che garrisce al vento ci ricorda la sua valenza nel cuore degli Americani.

Noi, e Fort McHenry sullo sfondo, con l’enorme bandiera americana

“Oh! Say can you see () by the dawn’s early light () the star-spangled banner! Whose broad stripes and bright stars () were so gallantly streaming (). O long may it wave over the land of the free and the home of the brave” – American National Anthem

“Oh! Di’ che puoi vedere () alle prime luci dell’alba () lo stendardo adorno di stelle () le cui larghe strisce e stelle luminose () fremono così valorosamente al vento. Possa sventolare a lungo sulla terra dei liberi e sulla patria dei coraggiosi!” – Inno Nazionale Americano

Visitiamo questo sito interessante (naturalmente con l’Inno Nazionale Americano in sottofondo!), e ci dedichiamo quindi a BALTIMORA.

Grazie alla posizione favorevole, si sviluppò come città portuale: i Baltimore Clippers, i velieri più veloci al mondo, salpavano da qui per solcare rotte commerciali in ogni parte del globo.

Baltimora, Fells Point, uno dei distretti storici della città

Ancora oggi, e dopo un intenso lavoro di ristrutturazione e riqualificazione, l’Inner Harbor è il punto focale della città, un melting pot di culture in linea con lo spirito del MARYLAND (dal latino: “Terra Mariae”): con l’Atto di Tolleranza del 1649, uno dei primi Stati al mondo a consentire in maniera esplicita la libertà religiosa.

Passeggiamo sul lungomare, tra colorate case di pescatori (oggi ristoranti o boutique) e moderni grattacieli. Un contesto piacevole, valorizzato da imbarcazioni come la U.S.S. Constellation, oggi museo, ultima nave da guerra completamente a vela commissionata dalla Marina Militare americana.

U.S.S. Constellation (1854), ultima nave da guerra a vela della Marina Militare americana

Ci attende ancora una piacevole sorpresa: andiamo alla ricerca della prima cattedrale cattolica americana, la neoclassica Basilica di Baltimora, opera di Benjamin Henry Latrobe, lo stesso architetto del Campidoglio.

Basilica di Baltimora, prima cattedrale cattolica americana (1806-1821)
Basilica di Baltimora, interni

A testimoniarne l’importanza, negli anni ha accolto visitatori come Giovanni Paolo II (1995), Madre Teresa di Calcutta (1996) e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli (1997).

Basilica di Baltimora, cripta dove sono sepolti i primi arcivescovi

E naturalmente … noi! Nel 2018, i primi turisti italiani mai visti dal parroco che, per l’occasione, ci chiese di posare per la pagina Facebook. Richiesta accolta!

Pagina Facebook della Prima Cattedrale d’America… con noi! (maggio 2018)

Da allora ci torniamo almeno una volta l’anno… ormai ci conoscono!!

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