“In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca” – John Muir, esploratore

Duemila archi in trecento chilometri quadrati: non è un posto qualunque.

Ci troviamo a due passi da CANYONLANDS, non lontano dal quadruplo confine di FOUR CORNERS, nel cuore del Colorado Plateau.

Qui si trova la più alta concentrazione di archi naturali al mondo, tutelata all’interno dell’ARCHES NATIONAL PARK.

Formazioni di questo tipo sono presenti in vari angoli del Sudovest, ma è chiaro che una tale quantità in uno spazio così limitato richieda condizioni particolari. Che qui si verificano spesso.

Diversi strati di arenaria poggiano su un rigido strato di sale, che per il peso si frattura in piani verticali. Come le fette di una pagnotta. Su queste “fette” agisce l’acqua: chimicamente all’interno, creando fessure e finestre, fisicamente all’esterno, insieme al vento, asportando i detriti. La quantità di acqua dev’essere perfetta: se è troppa, o troppo poca, l’arco non si forma. 

Un equilibrio molto delicato, dai risultati strepitosi. E non mancano altre formazioni rocciose uniche!

Ecco perché, benchè sia piccolo, nel nostro tour del Far West dedichiamo a questo parco una giornata intera.

Non riusciamo a vederli tutti e duemila, sarebbe troppo… Ma ci prendiamo il tempo che serve per raggiungere (e fotografare!) quelli più spettacolari.

Molti archi sono visibili dalla strada che percorre il parco. Ma le cose più belle richiedono qualche sacrificio… Vale anche per gli archi.

Arches National Park, una delle nostre passeggiate nel parco

I più scenografici comportano una passeggiata più o meno impegnativa, ma piacevole: camminiamo tra paesaggi strepitosi di roccia rosso-arancio, piante (poche!) verdissime, qualche fiorellino, sotto un cielo blu cobalto.

La camminata più faticosa ci porta a risalire un costone di roccia. In cima, ci attende l’arco più noto di tutti, scelto anche come simbolo del Centenario dello Stato dello Utah: il DELICATE ARCH. Un’icona di roccia rossa!

Benvenuti in Utah! Con il Delicate Arch, usato come simbolo del centenario dello Stato (1996)

Una meraviglia isolata, posata sulla falesia dalla grande mano di un Dio.

Delicate Arch, una delle meraviglie dell’Arches National Park

Quasi cinque chilometri tra andata e ritorno, 150 m di dislivello. Niente ombra.

Parte del sentiero per il Delicate Arch, 4,8 km andata e ritorno: un po’ faticoso, ma ne vale la pena!

Piano piano, prendendoci tutto il tempo che serve, arriviamo tutti in cima.

Foto di gruppo al Delicate Arch (2017)
Foto di gruppo al Delicate Arch (2018)

Altro mio preferito, il LANDSCAPE ARCH, è l’arco più lungo al mondo, situato all’interno del Giardino del Diavolo, il Devil’s Garden: un “filo” sospeso nell’aria lungo 93,3 metri, ma spesso, nel punto più sottile, solo 1,8 metri!

Sentiero verso il Lanscape Arch, una piacevole passeggiata in piano di 2 chilometri

Nel 1991 si è staccato dalla volta un frammento di 18 metri, ma l’arco ha retto. I fisici non si capacitano di come riesca a stare su. Meglio non aspettare troppo per fotografarlo!

Landscape Arch, un miracolo lungo più di 93,3 m, con uno spessore minimo di 1,8 m

Impressionante anche il DOUBLE ARCH: doppio, enorme! La prima volta, secoli fa, in preda al solito entusiasmo mi sono arrampicata in cerca dell’inquadratura perfetta. Poi però non riuscivo a scendere. Imbarazzante! Meglio fotografarlo dal basso.

Double Arch, qualche anno fa: notare le dimensioni rispetto alla persona in piedi, dietro a sinistra

E le WINDOWS, spettacolari finestre su paesaggi mozzafiato… Un’altra splendida passeggiata ci porta a girarci intorno, dove i turisti più pigri non arrivano: una magia, ritrovarsi soli tra questi panorami.

Passeggiata intorno alle due Windows, le famose Finestre del parco

Ma non solo archi! Insieme a loro, protagonisti indiscussi del parco, si distinguono rocce improbabili. Come la BALANCED ROCK: non si capisce come la testa riesca a rimanere su, sorretta da un collo così sottile.

Balanced Rock, la Roccia Bilanciata alta 39 metri; un suo simile è collassato nel 1995

Tra un ginepro e un cactus, minuscole macchie di colore di timidi fiorellini.

Per non farci mancare nulla, andiamo a cercare anche alcune pitture rupestri, opera dei NATIVI AMERICANI che abitarono quest’area per millenni.

Petroglifi dei Nativi Americani locali (soprattutto (Ute, da cui il nome dello Stato, e Freemont)

Una giornata memorabile.

Che godiamo fino in fondo, compreso un pranzo a picnic in una delle zone più pittoresche del parco. Un altro dei must del nostro Far West!

“Ho la natura e l’arte e la poesia. Se questo non è sufficiente, che volere di più?” – Vincent van Gogh, pittore

Delicate Arch, 2019

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