“Gli Amish sono isole di sanità mentale in un vortice di cambiamento – Nancy Sleeth, scrittrice
Vivere oggi, nel Terzo Millennio, applicando rigorosamente la Bibbia e rifiutando la modernità?
Si può! E’ quanto fanno da secoli gli AMISH, una comunità di contadini e artigiani ben rappresentata negli USA a partire da inizio Settecento. Soprattutto nello Stato di PENNSYLVANIA, nato nel 1681 come rifugio per i Quaccheri invisi all’Inghilterra, e poi raggiunto da altri gruppi minoritari in fuga dalla vecchia Europa. Molto prima dei MORMONI dello UTAH!
Pensando agli Amish, viene in mente il film Witness (il Testimone), con Harrison Ford nei panni del Detective John Book e Kelly McGillis nella parte di Rachel, giovane vedova Amish.
Un modo di vita molto distante dai nostri standard occidentali, che non può non incuriosire. Almeno, ha sempre incuriosito me!
Per conoscerli meglio, ho incluso nel nostro tour una giornata nell’Amish Country, chiamata anche “Dutch Country” per il dialetto germanico parlato ancora oggi. La visita nella loro terra è qualcosa di veramente autentico. Siamo sempre gli unici turisti… e questo, per me, è un gran valore aggiunto.
Storicamente, si tratta di una comunità religiosa nata in Svizzera nel Cinquecento, e maturatasi nella versione attuale alla fine del secolo successivo.
Tra le credenze che ne causarono la persecuzione nel vecchio mondo, il Battesimo dei credenti, da conferirsi solo in età adulta (non accettabile per i Cattolici), il principio della non violenza (oggi li chiameremmo Obiettori di Coscienza, ma all’epoca non era contemplato), la separazione tra Stato e Chiesa (non assumono cariche pubbliche e non votano). Per questi e altri motivi, furono perseguitati fin dall’inizio, e costretti ad officiare il culto in case private, senza poter costruire chiese.
Per loro non fu facile integrarsi nemmeno negli USA, soprattutto dalla seconda guerra mondiale in poi, causa l’obiezione di coscienza, la volontà di istruire loro stessi i propri figli (in contrasto con l’obbligo scolastico americano) e il non voler pagare le tasse a un governo che non sentivano come proprio. Grazie a qualche compromesso, ormai gli attriti sono risolti.
I veri Amish di oggi (appartenenti al “Vecchio Ordine”) sono persone schive e riservate, difficili da incontrare di persona. Vivono esclusivamente in colonie agricole formate da fattorie contigue.
Gli uomini si dedicano ad agricoltura, allevamento e produzione casearia, mentre le donne, oltre a seguire la famiglia, curano l’orto, preparano marmellate e confetture e confezionano bellissimi patchwork.
E’ bellissimo percorrere le strade giuste dell’Amish Country, nel momento giusto della giornata, e coglierli impegnati nelle attività quotidiane. Con gli aratri tirati da animali, e nessun palo della luce a rovinare un paesaggio idilliaco, sembra di essere trasportati indietro da una macchina del tempo!
Gli Amish rifiutano la modernità. In realtà, per loro la tecnologia non è dannosa in sé: ciò che viene condannato, è l’uso smodato e acritico che se ne fa. Ad esempio, una moderna stufa a legna è accettata, e una donna può usare fili di nylon anziché di cotone, o consentire che le figlie vadano sui pattini a rotelle (purchè con vestitini lunghi, grembiulini e cuffiette!).
Se hanno bisogno di refrigerazione per i loro prodotti caseari, sono ammessi generatori a gasolio. Ovviamente, aborriscono la televisione come strumento del diavolo (e come dargli torto, vedendo certe trasmissioni!). Adorano leggere e cantare in coro (il ballo è vietato).
Il telefono è ammesso, ma normalmente c’è un’unica postazione per ogni villaggio. Come dire, da usarsi solo per emergenza! Bandito il computer. Non esistono automobili, ma usano carretti trainati da cavalli: i tipici buggy.
Oltre ad una intensa identità religiosa, che indubbiamente condiziona il modo di vivere, la comunità è tenuta insieme da forti legami familiari e da un tessuto sociale insolitamente robusto: basti pensare che esiste una cassa della comunità, utilizzata per far fronte a qualunque esigenza, dalle spese impreviste per il dentista, al costruire le case per le giovani coppie (aiutando anche fisicamente col lavoro collettivo, come visto in tanti film).
E vivendo fuori dal tempo… vestono di conseguenza!
Gli uomini indossano cappello e abiti scuri fatti a mano, senza cerniere o bottoni (considerati un vezzo: bretelle ammesse, per fortuna!). Calzoni alla caviglia, per non ostacolare il movimento. Da sposati si lasciano crescere la barba (ma non i baffi, associati a violenza e militari). Vietati cinture, guanti, cravatte e scarpe da ginnastica.
Le donne hanno abiti senza ornamenti, con maniche lunghe, grembiuli e cuffiette (nere se nubili, bianche se sposate) a coprire i capelli (che non tagliano mai). Vietati i gioielli! Vale anche per il matrimonio: si sposano in blu, celeste o viola. Lo stesso abito viene usato per le cerimonie religiose. E per il loro funerale. Anche la lunghezza delle gonne e degli abiti è rigorosamente disciplinata, come tutto il resto.
“Non usiamo bottoni… sono… pretenziosi!” – Rachel Lapp (Kelly McGillis) nel film Witness (1985)
Spiandoli dal di fuori, appaiono come una comunità di grandi lavoratori, basata su principi sani e universali.
Seguono un complesso di regole ferree (chiamato Ordnung), dal quale non possono sgarrare. Se il corteggiamento di Harrison Ford alla bella Rachel non è andato a buon fine, un motivo c’è!
La comunità è estremamente chiusa, e i contatti con l’esterno sono ridotti al minimo. I bambini vengono educati secondo la tradizione da giovani donne Amish, scelte per rettitudine e condotta morale. Ai ragazzi viene insegnata una professione, alle ragazze come svolgere i lavori domestici.
Cessata la scuola, verso i 16 anni comincia il periodo del “Rumspringa”, “saltare in giro”, in cui i giovani sono invitati a viaggiare, vestire e comportarsi all’occidentale. A vivere, insomma, come i loro coetanei non-Amish.
Un periodo sabbatico alla fine del quale devono decidere. Se restano, accettano di piegarsi alle rigide regole dell’Ordnung, farsi battezzare e mettere su famiglia (di solito entro i 20 anni di età).
Se scelgono di uscirne, sono banditi dalla comunità e dalla famiglia, costretta a tagliare tutti i ponti. Di media, tornano all’ovile 80 ragazzi su 100.
Se la promessa viene infranta da adulti (dopo il Battesimo), il bando dalla comunità è ancora più severo, accompagnato da umiliazione e vergogna per tutta la famiglia. Una posta in gioco troppo alta, per la passionale Rachel!
Un’ultima curiosità. Quanti sono gli Amish negli USA? Con una media di 7 figli a coppia, il loro numero cresce in modo più che esponenziale. Erano 166.000 nel 2000; 308.000 nel 2016; si stima che saranno un milione entro il 2050.
Del resto, come già detto, non hanno la televisione…
“Ovunque andrai è lì che sarai” – Proverbio Amish
Vedi tutti gli articoli su WASHINGTON, BALTIMORA, AMISH, NIAGARA & NY: