“Era troppo per crederla vera; così complicata, immensa, insondabile. E così bella, vista da lontano: canyon d’ombra e di luce, scoppi di sole sulle facciate di cristallo, e il crepuscolo rosa che incorona i grattacieli come ombre senza sfondo drappeggiate su potenti abissi” – Jack Kerouac, scrittore

Skyline di Manhattan, visto dal battello

Parliamo di NEW YORK, la Grande Mela: per dirla con la voce di Liza Minelli: la Città che non dorme mai.

“I want to wake up in the city that doesn’t sleep” – Theme from New York New York, dal film di Martin Scorsese con Liza Minnelli e Robert De Niro (1977)

Manhattan by night, fotografata da Brooklyn

Su di lei tanto è stato scritto – e tanto si potrebbe ancora scrivere! Qui mi limiterò ad alcune curiosità… e lascerò parlare le mie foto, vecchie e nuove.

“E’ New York la città più bella del mondo? Forse. Nessuna notte urbana è come la notte a New York. Ho guardato la città dall’alto dei grattaceli. Ed è allora che i grandi edifici perdono la loro realtà e la sostituiscono con poteri magici, diventando così immateriali che è come se esistessero solamente le finestre illuminate” – Ezra Pound, poeta e saggista

Sul sito delle Torri Gemelle, abbattute l’11 settembre 2001: in primo piano: Oculus di Santiago Calatrava, stazione della metro (2016). Dietro, One World Trade Center, o Freedom Tower (2013)

Vuole essere questo il mio omaggio a una città unica al mondo, che si ama o si odia, ma non si può non vedere, almeno una volta nella vita. Per riscoprirsi bambini, a camminare con il naso all’insù cercando il sole tra i grattacieli. O per ritrovare le inquadrature di tanti film, che spiega il senso di de ja vous che ti sorprende non appena vi metti piede.

“Quando vado a Parigi, a Londra, a Roma, dico sempre che non c’è nessun posto come New York, è la città più eccitante del mondo” – Robert De Niro, attore

  • PERCHE’ SI CHIAMA “BIG APPLE”: negli anni ‘30 e ’40 i musicisti jazz distinguevano tra suonare negli ambiti locali di New York (la succosa “Grande Mela”), oppure sui “rami” (in periferia).

“E’ una grande metropoli, palpitante di vita incessante, che batte al ritmo di un cuore immenso, capace di farsi intendere ai quattro angoli del mondo. Una delle visioni più impressionanti ed evocatrici che sia dato di vivere” – Theodore Dreiser, scrittore

Love Sculpture, uno dei simboli di NY, di Robert Indiana, esponente del movimento PopArt.
  • GIUNGLA DI CEMENTO? E’ uno dei suoi soprannomi, soprattutto riferito al distretto di Manhattan. In realtà, nonostante i suoi quasi 6000 grattacieli (600 dei quali alti almeno 100 m), e la più alta densità di popolazione degli USA, questa è una delle metropoli più verdi del pianeta: ben 23 mq di verde per abitante (a Milano, solo 16).

“In Europa la bellezza è sempre stata premeditata. C’è sempre stata un’intenzione estetica e un progetto a lungo termine; ci sono voluti decenni per costruire, secondo quel progetto, una cattedrale gotica o una città rinascimentale. La bellezza di New York ha una base completamente diversa. E’ una bellezza inintenzionale. E’ sorta senza intenzione da parte dell’uomo, un po’ come una grotta di stalattiti. Forme in sè brutte si trovano per caso, senza un piano, in ambienti così incredibili che di colpo brillano di una poesia magica” – Milan Kundera, scrittore

Central Park, Strawberry Fields: omaggio a John Lennon, ucciso davanti al Dakota Building (1980)
Particolare del Dakota Building, affacciato su Central Park. Qui venne ucciso John Lennon (1980)
  • PERCHE’ I TAXI SONO GIALLI: fu voluto così nel 1907 da un lungimirante uomo d’affari, tale Harry N. Allen, secondo il quale così sarebbero stati più visibili. Idea vincente… visto che oggi ne circolano più di 15.000.

“Esco dal taxi ed è probabilmente l’unica città che in realtà sembra migliore rispetto alle cartoline: New York” – Milos Forman, regista e attore

Uno dei tanti taxi di NY, lungo la 5th Avenue
  • PONTE DI BROOKLYN: quando fu terminato, nel 1883, gli abitanti di New York non credevano che avrebbe retto. Per convincerli della sua stabilità, il grande circense P. T. Barnum lo attraversò con 21 elefanti. Resse allora, e continua a reggere oggi! Per la gioia di pedoni, automobilisti e… nostalgici della “Gomma del Ponte”.

La città vista dal ponte è sempre la città vista per la prima volta, nella sua selvaggia promessa di tutto il mistero e la bellezza del mondo – Francis Scott Fitzgerald, scrittore

Ponte di Brooklyn: percorrerlo a piedi è un must!
Ponte di Brooklyn by night, fotografato da Manhattan
  • EMPIRE STATE BUILDING: dopo il crollo delle Torri Gemelle, è tornato ad essere il grattacielo simbolo di NY, quello che si accende di luci di colori diversi a seconda dei diversi avvenimenti, e quello legato a film immortali come “King Kong” o a pellicole più recenti tipo “Insonnia d’Amore” con Tom Hanks e Meg Ryan. Inaugurato il 1° maggio del 1931, con un totale di 102 piani e 381 m di altezza, fu costruito al ritmo di 4 piani alla settimana su incarico del direttore della General Motors, che voleva battere sul tempo il signor Chrysler, padrone del Chrysler Building; insomma, è praticamente il frutto di una gara all’ultimo metro tra case automobilistiche. La vista dall’86° piano è strepitosa!

“Manhattan, quest’isola, che galleggia su acqua di fiume come un iceberg di diamanti” – Truman Capote, scrittore

Dalla cima dell’Empire State Building: panorama verso sud, con la Freedom Tower all’orizzonte
  • TIMES SQUARE: la famosa piazza “Crossroad of the World”, Crocevia del Mondo, deve il suo nome al prestigioso quotidiano New York Times, che nel 1904 spostò i suoi uffici proprio qui, nella Times Tower all’incrocio tra la Broadway e la 7th. La vigilia di Capodanno il Times festeggiò la nuova sede con uno spettacolo di fuochi d’artificio: da allora, viene replicato ogni anno. Per la cronaca, dal 2007 il giornale ha spostato la sua sede sull’8th strada, in un palazzo opera del nostro Renzo Piano.

“Nessun luogo incarna l’esperienza americana e lo spirito americano più di New York” – Michael Bloomberg, sindaco di New York

Le mille luci di Times Square
Nuova sede del New York Times, originalmente a Times Square, opera del nostro Renzo Piano
  • WALL STREET: cuore della finanza mondiale, è letteralmente la “Via del Muro”. Qui nel 1640 venne eretta una palizzata per demarcare la neonata colonia “Nuova Amsterdam” (che gli inglesi a breve ribattezzeranno “Nuova York”, in omaggio al Duca di York), arroccata sulla punta meridionale dell’isola di Manhattan (oggi: Downtown). Scopo della palizzata era proteggere l’insediamento dalle incursioni da Nord degli indiani Lenapi, che volevano riprendersi il territorio.

“Amo questa città in modo emotivo e irrazionale, come quando ami tua madre o tuo padre anche se sono ubriachi o ladri. Ho amato questa città tutta la mia vita. Per me, è come una gran donna” – Woody Allen, regista

New York Stock Exchange (NYSE), la più grande borsa valori al mondo
Federal Hall (1842), ispirata al Partenone: sorge sul luogo in cui George Washington (statua)  giurò come primo Presidente degli USA
  • BROADWAY, la “Via Larga”: guardando una mappa di Manhattan, balza all’occhio la disposizione delle strade a reticolo perfetto (ad eccezione del sud, parte più antica e quindi più irregolare). Unica variante: una “via larga” che taglia diagonalmente tutta l’isola, da nord a sud: antica pista dei Nativi Americani conservatasi anche nell’urbanistica moderna.   

“Quando sono a New York, voglio solo camminare per strada e sentire questa cosa, come se fossi in un film” – Ryan Adams, chitarrista e cantautore

  • NETTEZZA URBANA… ECOLOGICA: infine, una curiosità ancora più… curiosa: nel XIX secolo, al tempo delle “Gangs of New York” di Martin Scorsese, la pulizia della città ara affidata a… maiali! Per fortuna, da un pezzo non è più così, e la città si presenta oggi molto più pulita di quanto l’altissima densità di popolazione lascerebbe supporre.

“Si appartiene a New York all’istante, le si appartiene tanto in cinque minuti come in cinque anni” – Thomas Wolfe, scrittore

Il nostro viaggio è iniziato nella capitale WASHINGTON. Ci ha portato attraverso BALTIMORA, dove è nato l’Inno Nazionale americano. Abbiamo imparato come vivono gli AMISH. Ci siamo emozionati davanti alle CASCATE DEL NIAGARA. Infine, siamo approdati a NEW YORK. Col naso all’insù, per riscoprirla più bella e più vivace che mai.

Skyline di Manhattan, dal battello

Le dedichiamo tre giornate piene (soprattutto al suo borough più famoso, MANHATTAN), imparando a muoverci con la metro, o usando i nostri comodi pulmini. Alla scoperta dei luoghi “must”, ma anche dei gioielli più nascosti. 

St. John the Divine, tra le più grandi chiese protestanti al mondo (lunga 180 m e alta 70 m)
Tesori nascosti, lungo la famosa Fifth Avenue

E dopo un giro negli altri quattro boroughs che compongono la Grande Mela (STATEN ISLAND, BROOKLYN, BRONX e QUEENS), ci concediamo un Gospel ad Harlem. Non di quelli un po’ finti per turisti, ma uno autentico, rivolto non a noi ma alla comunità locale. Un’altra grande emozione, per finire il nostro viaggio… in Gloria. Vedere per credere!

“Qui siamo a New York: se ce la fai qui, ce la puoi fare ovunque” – Jack Nicholson, dal film “Qualcosa è cambiato”

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