In lingua locale OAHU significa “luogo d’incontro”. E di fatto lo è, un cocktail di culture e tradizioni (asiatica, polinesiana, africana, britannica e americana) che trova la sua sintesi proprio qui: a Honolulu, cuore finanziario del Pacifico orientale nonché capoluogo delle HAWAII dal 1845.
Il primo impatto con l’isola stordisce un po’: gente, traffico, grattacieli… fino alla mitica spiaggia di Waikiki, vicino al nostro hotel, dove surfisti di tutto il mondo cavalcano le onde del Pacifico, fiori coloratissimi profumano l’aria da eterna primavera e sensuali danzatrici in costume danzano la hula sulle note dell’ukulele alla luce di un tramonto infuocato.
“La Hula è il battito del cuore del popolo hawaiiano” – King David Kalakaua
Iniziamo la scoperta della Honolulu storica passeggiando tra palme, grattacieli, antiche chiese e lussuosi palazzi. La visita di Iolani Palace, unico Palazzo Reale sul territorio degli Stati Uniti, ci dà lo spunto per parlare di un popolo che affonda le radici nella cultura polinesiana, e farne rivivere i protagonisti: dal grande re Kamehameha I, padre del Regno delle Hawaii, fino alla sfortunata principessa Kaʻiulani, ribattezzata “Barbarian Princess” nonostante vivesse all’occidentale, parlasse fluentemente varie lingue e fosse stata accolta con grandi onori anche alla Casa Bianca di Washington.
Qui tutto è unico. Perfino il Capitol, la cui forma originaria richiama quella di un vulcano. O le antiche case dei missionari, giunti qui per convertire i “selvaggi”, animisti e politeisti, in “buoni Cristiani”. Chiese come la Kawaiaha’o Church, assemblaggio di 14.000 blocchi di corallo staccati dalla barriera con seghe di denti di pescecane. Il City Hall (Municipio) del 1927, costruito su modello di Palazzo Bargello in Italia. I 56 m dell’Aloha Tower, simbolo della città, un tempo la costruzione più alta dell’isola.
Mille spunti fotografici, sotto un cielo di un incredibile colore turchese, con enormi Ficus banyan (“baniano” in italiano) che crescono un po’ ovunque.
Rendiamo omaggio alle vittime di Pearl Harbor, raggiungendo in battello quanto rimane della USS Arizona affondata nel “Giorno dell’Infamia” (quel maledetto 7 dicembre del 1941). Un sito di grande impatto emotivo!
“Ieri, 7 dicembre 1941 – una data che vivrà nell’infamia – gli Stati Uniti d’America furono improvvisamente e deliberatamente attaccati dalle forze navali e aeree dell’Impero del Giappone” – Franklin D. Roosevelt
Una passeggiata ci porta sul bordo del cratere più famoso della terra, il Diamond Head: un po’ stancante, ma il panorama che si apre ai nostri piedi è mozzafiato: il verde-blu dell’oceano, il faro più luminoso del Pacifico, la spiaggia di Waikiki e, sullo sfondo, lo skyline dei grattacieli di Honolulu. Quasi sul tetto del mondo.
Andiamo quindi alla ricerca dei gioielli sconosciuti al turismo di massa: la perfetta ricostruzione di un tempio di Kyoto (atmosfera mistica compresa!), il più antico tempio mormone operante al di fuori dello Utah, i suggestivi resti di un antico tempio “heiau”, antecedente alla civiltà hawaiana, il cui nome significa “ispirazione di una notte”, magica opera di folletti intraprendenti.
Girare in macchina per le strade isolane è un’esperienza unica: un po’ di musica hawaiiana in sottofondo, e via…! Tra mille fotostop, perché dietro ad ogni curva si cela uno scorcio da non perdere.
Il primo impatto con le Hawaii di Magnum P.I. è magico e coinvolgente… Ed è solo l’inizio! Altre 3 isole ci aspettano. Non vediamo l’ora.
Vedi tutti gli articoli sulle HAWAII:
- HAWAII, The Aloha State
- OAHU, le Hawaii di Magnum P.I.
- KAUAI, l’Isola Giardino
- BIG ISLAND, tra Paradiso & Inferno
- MAUI, un’isola come un Semidio