In pochi altri luoghi degli Stati Uniti si trovano così tante chiese ortodosse, riconoscibili dalle caratteristiche cupole a cipolla, come in Alaska.
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Questo perché furono proprio i RUSSI i primi Europei a stabilirsi qui, attratti dal business di animali da pelliccia come le preziose LONTRE DI MARE.
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Ridotte le povere bestiole quasi sull’orlo dell’estinzione, e non trovando altri motivi economici per restarci, nel 1867 i Russi offrirono agli Americani la possibilità di acquistarla. Il Congresso ci pensò su (era un posto remoto, nemmeno contiguo, di cui si sapeva poco o nulla), ma accettò, per amore di espansione territoriale. Poco dopo venne scoperto il petrolio.
Comunque, nonostante il passaggio di mano, molti Russi Ortodossi decisero di rimanere, conservando lingua, cultura e religione. In certi villaggi ci sono ancora “Old Believers”, i più Ortodossi di tutti, che ancora oggi si vestono e vivono come cent’anni fa.
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Interessante pensare che tutte le Americhe sono state colonizzate dall’uomo partendo proprio da qui: attraverso un “ponte” di terra largo un migliaio di km tra Siberia e Alaska, normalmente separate dallo Stretto di Bering, durante l’ultima glaciazione ondate di cacciatori-raccoglitori misero piede sul suolo americano, inseguendo le loro prede.
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Nel corso di generazioni, questi primi Nativi Americani si dispersero fino a raggiungere la Terra del Fuoco, differenziandosi per lingua e cultura.
Alcuni rimasero in Alaska: gli INUIT a Nord (praticamente Eschimesi), i TLINGIT a Sud (eccezionali lavoratori del legno – li ritroviamo nel nostro tour in WEST CANADA), e gli ATHABASCA nel centro. Curioso che, su 300 lingue parlate oggi dai Nativi Americani, gli Athabasca usino lo stesso idioma dei NAVAJO del Sud-Ovest: inequivocabile conferma di una comune origine. Parlo della loro storia anche QUI.
Una cosa che mi affascina molto, è vedere come in Alaska la cultura russa ortodossa si sia integrata e fusa con la nativa athabasca. Un sincretismo interessante, che ha la sua manifestazione più evidente nell’EKLUTNA HISTORICAL PARK, il cimitero con le Casette degli Spiriti.
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In lingua athabasca “Eklutna“ significa “due culture“: qui la tradizione funeraria dei nativi si integra con l’ortodossia russa, sotto forma di singole casette sovrastate dalla croce a doppio braccio. Non ci sono nomi: a ogni famiglia corrisponde un colore. Un po’ come il kilt per gli Scozzesi!
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E sempre a proposito di nativi, interessante anche la minuscola Chiesa Episcopale di Saint Mark a NENANA: la tovaglia sull’altare ha elaborati ricami con perline opera degli Athabasca, maestri in questo tipo di arte. Proprio come i Navajo del Sudovest!
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Una curiosità: come hanno conosciuto le perline? Proprio grazie ai Russi, che le scambiavano con le pelli. Già abilissimi in ricami con sassolini e conchiglie, con questo nuovo materiale gli Athabasca poterono sfogare la loro creatività. Detto per inciso: l’artigianato in Alaska è di altissimo livello: non solo ricami o lavori in argento, pelle o legno, ma anche spettacolari incisioni su avorio di tricheco, opera degli Inuit del Nord.
Ci sarebbero tanti altri aneddoti da raccontare, ma mi fermo qui…!
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