In pochi altri luoghi degli Stati Uniti si trovano così tante chiese ortodosse, riconoscibili dalle caratteristiche cupole a cipolla, come in Alaska.

Saint Nicholas Russian Orthodox Church, Juneau (1893)

Questo perché furono proprio i RUSSI i primi Europei a stabilirsi qui, attratti dal business di animali da pelliccia come le preziose LONTRE DI MARE.

Saint Nicholas Memorial Chapel, Kenai (1903)

Ridotte le povere bestiole quasi sull’orlo dell’estinzione, e non trovando altri motivi economici per restarci, nel 1867 i Russi offrirono agli Americani la possibilità di acquistarla. Il Congresso ci pensò su (era un posto remoto, nemmeno contiguo, di cui si sapeva poco o nulla), ma accettò, per amore di espansione territoriale. Poco dopo venne scoperto il petrolio.

Comunque, nonostante il passaggio di mano, molti Russi Ortodossi decisero di rimanere, conservando lingua, cultura e religione. In certi villaggi ci sono ancora Old Believers”, i più Ortodossi di tutti, che ancora oggi si vestono e vivono come cent’anni fa.

(New) Saint Nicholas Orthodox Church, Eklutna (1962)

Interessante pensare che tutte le Americhe sono state colonizzate dall’uomo partendo proprio da qui: attraverso un “ponte” di terra largo un migliaio di km tra Siberia e Alaska, normalmente separate dallo Stretto di Bering, durante l’ultima glaciazione ondate di cacciatori-raccoglitori misero piede sul suolo americano, inseguendo le loro prede.

Mappa della colonizzazione delle Americhe: notare il “Bering Land Bridge”, il ponte di terra sullo stretto, emerso nell’ultima glaciazione

Nel corso di generazioni, questi primi Nativi Americani si dispersero fino a raggiungere la Terra del Fuoco, differenziandosi per lingua e cultura.

Alcuni rimasero in Alaska: gli INUIT a Nord (praticamente Eschimesi), i TLINGIT a Sud (eccezionali lavoratori del legno – li ritroviamo nel nostro tour in WEST CANADA), e gli ATHABASCA nel centro. Curioso che, su 300 lingue parlate oggi dai Nativi Americani, gli Athabasca usino lo stesso idioma dei NAVAJO del Sud-Ovest: inequivocabile conferma di una comune origine. Parlo della loro storia anche QUI.

Una cosa che mi affascina molto, è vedere come in Alaska la cultura russa ortodossa si sia integrata e fusa con la nativa athabasca. Un sincretismo interessante, che ha la sua manifestazione più evidente nell’EKLUTNA HISTORICAL PARK, il cimitero con le Casette degli Spiriti.

(Old) Saint Nicholas Church, Eklutna (1870), una delle più antiche chiese in tronchi d’Alaska

In lingua athabasca Eklutna significa due culture“: qui la tradizione funeraria dei nativi si integra con l’ortodossia russa, sotto forma di singole casette sovrastate dalla croce a doppio braccio. Non ci sono nomi: a ogni famiglia corrisponde un colore. Un po’ come il kilt per gli Scozzesi!

Eklutna, con le tipiche Casette degli Spiriti

E sempre a proposito di nativi, interessante anche la minuscola Chiesa Episcopale di Saint Mark a NENANA: la tovaglia sull’altare ha elaborati ricami con perline opera degli Athabasca, maestri in questo tipo di arte. Proprio come i Navajo del Sudovest!

Saint Marks Mission, Nenana (1905)

Una curiosità: come hanno conosciuto le perline? Proprio grazie ai Russi, che le scambiavano con le pelli. Già abilissimi in ricami con sassolini e conchiglie, con questo nuovo materiale gli Athabasca poterono sfogare la loro creatività. Detto per inciso: l’artigianato in Alaska è di altissimo livello: non solo ricami o lavori in argento, pelle o legno, ma anche spettacolari incisioni su avorio di tricheco, opera degli Inuit del Nord.

Ci sarebbero tanti altri aneddoti da raccontare, ma mi fermo qui…!

Vedi tutti gli articoli su ALASKA & YUKON:

Ti potrebbe piacere: