Ho avuto la fortuna di visitare quasi tutti i 50 Stati americani (me ne mancano solo un paio, ma devo trovare stimoli – e tempo! – per andarci).

L’Alaska è la mia preferita.

“Per l’amante della Natura selvaggia, l’Alaska è il posto più bello del mondo” – John Muir, naturalista

Sarà perché la biologa che è in me si esalta con le meraviglie della Natura. Oppure perché, invecchiando, divento un po’ orso anch’io…  

Chissà. Questione di feeling. Ma mi piace cercare di capire, e razionalizzare.

Certo ci sono le MONTAGNE, i CANI DA SLITTA, i SALMONI WILD, una ricca FAUNA SELVATICA, CITTA’ e VILLAGGI, curiosità come NENANA o CHICKEN, importanti SINCRETISMI CULTURALI e mille spunti storici… Ma non è solo questo.

Quello che mi attira veramente è lo “spirito” dell’Alaska in sè.

“Nessuno è in Alaska per caso. Le persone in Alaska sono lì perché scelgono di esserci, quindi hanno una vera etica di frontiera. Sono persone incredibilmente amichevoli, interessanti e intelligenti” – Marcus Sakey

Ho conosciuto, negli anni, vari alaskani. Pochi quelli nati qui… Quasi tutti, da un giorno all’altro hanno lasciato le vite precedenti, e si sono trasferiti qui per ricominciare, in uno dei posti in cui è ancora veramente possibile. E non parlo dei disperati: ci sono anche quelli, ma sono pochi… Parlo di persone che avevano un lavoro, una casa, una famiglia, insomma, una vita “normale”: ma per motivi vari hanno voluto rimettersi in gioco.

“Sono andato in Alaska da giovane, semplicemente in cerca di avventura. E come tanti di noi negli anni ’70, l’ho trovata” – Tom Bodett

E che gioco! Qui d’inverno il gioco si fa duro.

Molte attività si fermano, gli spostamenti diventano difficili, le ore di luce sono scarse o assenti (ma compensate da aurore mozzafiato!).

In una realtà così estrema, lo Stato consente ai locali di procacciarsi il cibo cacciando e pescando. Sempre secondo regole severe, e limitato al solo fabbisogno personale. Così ad ANCHORAGE gli impiegati in pausa pranzo vanno a pescare SALMONI, alcuni utilizzano le RUOTE PER PESCI, altri vanno a caccia di ALCI. In un Paese senza strade, in cui si usa più l’idrovolante o la SLITTA CON I CANI che l’automobile, fa sorridere che sia illegale individuare un alce da un aereo in volo (si dice che i piloti chiudano gli occhi per non correre questo rischio!). Il fine di questa apparente stranezza è salvaguardare la fauna selvatica: in caso di avvistamento accidentale dall’alto, il pilota/cacciatore deve aspettare almeno 24h di tempo (durante le quali l’animale può essersi spostato ovunque) prima di andare a cercarlo via terra. Sempre per legge, ha inoltre il diritto di abbattere un solo animale all’anno, per il sostentamento del suo nucleo familiare.

Forse tutto questo potrà sembrare barbaro… Ma è normale, per l’Ultima Frontiera. Ecco perchè bisogna viaggiare: per vedere, conoscere e provare a capire. E rispettare, se non accettare.

Questa è una vita primitiva, basata proprio sul rispetto: riferito a leggi, natura e persone. Un principio chiave spesso ignorato nella nostra società.

Qui ci si rimbocca le maniche, si lavora sodo. Chi è sufficientemente bravo e determinato trova il suo posto anche in questo remoto angolo di mondo. E immancabilmente se ne innamora! L’aspra bellezza della Natura selvaggia ripaga di ogni sacrificio. Una Libertà primordiale che rigenera.

Forse proprio la stessa Libertà che cercava – nel modo sbagliato – lo sfortunato CHRISTOPHER McCANDLESS, alias Alexander Supertramp.

“La vera Libertà risiede nella Natura selvaggia, non nella civiltà” – Charles Augustus Lindberg, aviatore

Davvero, questo non è un posto qualunque. Siamo nelle Terre Estreme.

Questa è l’ULTIMA FRONTIERA!

Vedi tutti gli articoli su ALASKA & YUKON:

Ti potrebbe piacere: