“Il mio attaccamento allo Stato è quello di un cirripede alla scogliera. E’ l’attrazione della luna verso la terra. Per la sua singolare e profonda bellezza, il Maine è un luogo di culto senza mura. Lo amo così tanto” – May Davidson, scrittrice
Il MAINE è lo Stato più esteso e più settentrionale del NEW ENGLAND (vedi mappa), e anche il più nord-orientale degli Stati Uniti.
Ci lasciamo il QUEBEC alle spalle, attraversiamo il pittoresco e selvaggio NEW BRUNSWICK, ed entriamo in “Vacationland”, la Terra della Vacanza.
“Il Maine ama definirsi “America’s Vacationland”. Per molti artisti, però, è l’ufficio. Dal XIX secolo pittori provenienti da tutto il Paese – tra cui Edward Hopper, Alex Katz, John Marin, Fairfield Porter, Neil Welliver e Andrew Wyeth – vi hanno trascorso molto tempo” – Terry Teachout, critico
I suoi abitanti (Mainers) si considerano “Rustici”, e conducono una vita semplice, con ritmi genuini e primordiali scanditi dall’alternarsi delle stagioni.
Tra i “Mainers” più famosi: Stephen King, che vi ha ambientato quasi tutti i suoi romanzi, e “la signora in giallo” Jessica Fletcher, personaggio immaginario impersonato da Angela Lansbury. Particolari entrambi!
“Anche se alle estremità opposte del Paese, il Maine e le Hawaii sono, clima a parte, molto simili. Luoghi in cui dici chi sei, sei quello che sei, mantieni la parola data e non bari o menti per approfittare dell’altro. Dove proteggi le altre persone perché sono parte della tua tribù” – Mike Bond, romanziere
Con 1600 laghi, dolci montagne (parte degli Appalachi) e tante foreste – “The Pine Tree State” (Stato dell’albero di Pino) è un altro dei soprannomi del Maine – lo Stato è famoso per la sua spettacolare costa: cinquemila chilometri di baie, isole, penisole, istmi e fiordi tra cui si aprono tranquilli porticcioli circondati da casette in legno e affollati di barche da pesca.
“La bellezza del Maine è tale che non puoi davvero vederlo chiaramente mentre vivi lì. Ma ora che mi sono allontanato, ogni volta che ritorno tutto diventa stupefacente: l’acqua blu scuro, la costa rocciosa con occasionali bagliori di sabbia bianca, le spiagge di pietra di diaspro lungo la costa, le foreste di pini e abeti in qualche modo vivide nella loro immobilità” – Alexander Chee, scrittore
Uno dei periodi migliori per visitarlo è l’autunno, nel cuore dell’Estate Indiana, quando le temperature sono miti, le giornate soleggiate, e gli spettacolari colori del FOLIAGE tingono tutto di giallo, arancio e rosso.
La nostra scoperta inizia dalla minuscola LUBEC, un delizioso borgo di pescatori fondato nel 1780 per la pesca delle sardine. Due secoli e mezzo dopo, conta solo 1350 abitanti, anche per la posizione lontana da tutto. Ci fermiamo qui, nel Maine più autentico.
Il cartello di benvenuto già ci svela l’attività principale degli abitanti: la pesca delle aragoste (che in realtà sono astici, come provano le possenti chele). La bassa temperatura delle acque locali le rende particolarmente saporite.
Inutile dire che ne approfittiamo!
Ma non è solo l’aspetto gastronomico che ci porta a Lubec.
Nei pressi, si trova uno dei fari più fotografati, il più orientale degli Stati Uniti: WEST QUODDY HEAD LIGHT (anche in copertina). Le strisce bianche e rosse lo rendono ancora più visibile durante le frequenti nebbie della zona.
Il nome “Quoddy” deriva da una parola dei Nativi Americani che significa “luogo fertile e bello”, in omaggio alla natura circostante. Fertile non sembra, ma bella assolutamente sì! La posizione è strepitosa, arroccato su impressionanti scogliere nere, da cui in estate si possono avvistare le balene.
Curioso scoprire quali fonti di energia venissero utilizzate in passato per il suo funzionamento: prima olio di sperma di balena, e poi lardo. Dopo un intermezzo a cherosene, oggi è alimentato con elettricità, e continua a segnalare la presenza della costa a una trentina di chilometri di distanza.
Un altro luogo ameno a due passi da Lubec ci fa rientrare temporaneamente in Canada: CAMPOBELLO ISLAND, un’isola collegata alla terraferma da un ponte, sul quale c’è anche un minuscolo (ma efficiente!) valico di confine.
Su quest’isola dall’aspetto romantico e selvaggio Franklin Delano Roosevelt acquistò una tenuta per la sua famiglia. Qui abitò in gioventù (1905-20), e qui tornò regolarmente anche come Presidente degli Stati Uniti (1933-45).
La vasta area intorno alla tenuta, tutelata come Roosevelt Campobello International Park, è stata lasciata allo stato naturale, ed ospita una ricca fauna selvatica con cervi, alci, coyote, aquile e falchi pescatori.
Prossima meta del mio New England: l’unico Parco Nazionale del viaggio: ACADIA NATIONAL PARK, gioiello della corona della costa del Nord Atlantico.
Una curiosità sul nome Acadia. Il riferimento è mitologico, alla ricca regione greca Arcadia. Quando i Francesi fondarono la colonia Nuova Francia nel nord est del continente, chiamarono se stessi Acadiani (Acadienne). Dopo che nel 1763 la colonia cadde sotto controllo inglese, emigrarono nella Louisiana Francese (NEW ORLEANS e dintorni) fondando la cultura Cajun (da Acadienne). La cucina Cajun deriva quindi da quella francese delle origini, rivisitata con ingredienti locali e arricchita con i sapori del Sud.
Torniamo al parco. Lo raggiungiamo lungo la U.S.1, una delle strade più note del Paese: se la percorressimo tutta arriveremmo a KEY WEST, nelle FLORIDA KEYS (le visitiamo in un altro viaggio).
Istituito nel 1919, l’Acadia National Park protegge la bellezza selvaggia dei più alti promontori dell’Atlantico: 60 miglia di costa selvaggia su Mount Desert Island (più altre 18 isole minori), con all’interno laghi, praterie, stagni, foreste e tanta fauna selvatica.
Ci concediamo qualche passeggiata, e fotostop in tutti i punti panoramici.
Ancora lungo la costa, il nostro viaggio ci conduce a PORTLAND, la città più popolosa del Maine (66.000 abitanti). Nei pressi: PORTLAND HEAD LIGHT, il faro più antico (1791) e più fotografato del Maine, tutto dipinto di bianco.
Il mio preferito rimane comunque il Quoddy, a righe bianche e rosse: se il più fotografato non è lui, è solo perché pochi si spingono così a nord per fotografarlo. Noi sì!
E’ arrivato il momento di dedicarci all’interno del NEW ENGLAND: ci aspettano capitali, ponti coperti e tutti i colori del FOLIAGE.
“Buonanotte ai principi del Maine e ai re del New England!” – da “Le regole della casa del sidro” (1985) di John Irving
Vedi tutti gli articoli sul FOLIAGE in New England e Canada Orientale:
- BOSTON, l’elegante capitale del NEW ENGLAND
- MONTREAL e QUEBEC, le due perle del Canada francese
- Lungo la costa del MAINE, tra fari, aragoste e natura selvaggia
- FOLIAGE in NEW ENGLAND, tra città e ponti coperti