“Quello che succede a Las Vegas, resta a Las Vegas!” – slogan del Las Vegas Conventions & Visitors Authority
LAS VEGAS significa “le Praterie”. Un nome bizzarro, considerando che ci troviamo all’interno del deserto del Mojave. Come, del resto, è bizzarro il nome, sempre di origine spagnola, dello Stato americano in cui si trova, uno dei più aridi degli USA: NEVADA, “innevato“, alludendo ai picchi della Sierra Nevada, verso il confine con la California.
Uno Stato noto per le leggi libertarie, che ha legalizzato gioco d’azzardo e prostituzione (ufficialmente non a Las Vegas) e semplificato le procedure per divorzi e matrimoni.
“Le brave ragazze vanno in Paradiso. Le cattive, a Las Vegas” – anonimo
Di tutto questo, Las Vegas, o semplicemente VEGAS, è la massima interprete non solo in Nevada, ma in tutti gli USA. Tanto da guadagnarle il titolo di “Entertainment Capital of the World”, Capitale Mondiale del Divertimento.
“Las Vegas è la capitale mondiale del divertimento, dove dormire è un mero inconveniente che interrompe un flusso continuo di divertimento ed edonismo, e dove tutto è più grande, più rumoroso, più appariscente e più trash che in qualsiasi altra parte del mondo” – Jackie Staddon, scrittore di viaggi
Da qui a diventare “Sin City”, la Città del Peccato, il passo è breve.
“Las Vegas è Sin City, ti dà veramente il senso di perdizione. Lì può accadere di tutto” – Jim Belushi, attore
L’idea per la sua fondazione, a metà Ottocento, era creare un avamposto “in the middle of nowhere”, in mezzo al nulla, tra la florida SALT LAKE CITY dei Mormoni e la California di LOS ANGELES. Progetto abbandonato, rimpiazzato poi dall’esigenza di creare un villaggio ferroviario, come avvenne nel 1905.
“Las Vegas è una città costruita su speranze, sogni, ed un po’ di pazzia” – Michael McDonald, cantante
A garantirne la fortuna e deciderne le sorti fu un gangster, Benjamin Siegel detto “Bugsy“, Piccolo Scarafaggio, considerato “l’uomo più pericoloso d’America”. Fu lui ad aprire il primo casinò gigante: il Flamingo, in attività dal 1946. Primo di una lunga, lunghissima serie. Una enorme macchina mangia-soldi, dal passato non proprio illibato.
“Las Vegas è una città di tangenti. Una città deserta di palme unte. Un luogo in cui una banconota da $ 20 può acquistare l’approvazione, una da $ 100 l’adulazione e una da $ 1.000 la canonizzazione” – Nicholas Pileggi, scrittore
Oggi Las Vegas conta circa 600.000 abitanti (due milioni con l’area metropolitana), e vanta almeno 6 dei 10 alberghi più grandi del mondo: strutture con migliaia di camere in cui, nonostante l’enorme offerta, talvolta è difficile trovare posto. Dire “almeno” è d’obbligo: ogni anno nuovi hotel, sempre più enormi, lussuosi, e accattivanti, spuntano come funghi, cambiando lo skyline della città.
“Las Vegas è il posto più daltonico e senza classi d’America. Finché il tuo denaro o la tua linea di credito reggono, a nessuno frega niente della tua razza, sesso, origine nazionale, orientamento sessuale, indirizzo, discendenza familiare, registrazione degli elettori o persino della tua fedina penale. Il denaro è il grande livellatore” – Marc Cooper, giornalista
Eppure non è tutto così negativo. Indubbiamente, la fama libertina e il miraggio della vincita facile attira una fauna umana variegata. Ma anche VIP provenienti da mezzo mondo. Las Vegas è Las Vegas!
“Quelli come me Las Vegas li ripulisce dai peccati. E’ come un autolavaggio della moralità, fa per noi quello che Lourdes fa per i gobbi e gli storpi” – Robert de Niro, nel film Casinò
Eppure, da qualche decennio la politica è cambiata, con aperture verso nuovi target, rivolti perfino al mondo dell’infanzia. La mission è trasformare Las Vegas in una immensa città-spettacolo, su imitazione di Disneyland e Hollywood. Una specie di enorme Mondo delle Fiabe, che si riflette anche sull’architettura di Palazzi e Casinò.
“Las Vegas è l’interpretazione onirica di una città uscita da un libro di fiabe: qui un castello tratto da un racconto per bambini, lì una piramide nera con la sfinge e le luci bianche che fendono l’oscurità come il raggio di un Ufo in manovra d’atterraggio, e dappertutto oracoli al neon e schermi rotanti su cui scorrono messaggi di felicità e fortuna, annunci di cantanti, attori e maghi che si esibiscono stabilmente o in tournée, e luci che scintillano invitanti” – Neil Gaiman, scrittore, fumettista e giornalista
E non solo! La tendenza del millennio è rivolta anche a lusso, congressuale, spa & wellness, richiamando i più grandi architetti del momento per progettare strutture sempre più sofisticate e ricercate, dove inscenare spettacoli di altissimo livello con artisti di fama mondiale.
Se non ti mai sei esibito a Las Vegas, non sei nessuno” – artista anonimo
Oltre naturalmente al sempreverde mercato dei MATRIMONI: varie stelle del cinema hanno pronunciato qui il celebre “I do”: Judy Gardland, Mickey Rooney, Telly Savalas (il tenente Kojak), Richard Geere, Cindy Crawford, Angelina Jolie, Joan Collins, Bruce Willis, Rita Hayworth, Frank Sinatra, Mia Farrow, Paul Newman, Joanne Woodward… e la lista sarebbe ancora lunga!
Romantiche cappelle da fiaba, organizzazione perfetta, e possibilità di festeggiare in grande, costituiscono un’ottima attrattiva. Vengono offerti pacchetti completi, per tutti i gusti e tutte le tasche. Il più economico? Versione Drive-Thru (Guida Attraverso), per sposarsi senza scendere dalla macchina – o dalla moto. Prezzo di oggi: “Just the Ceremony – In Your Car: $79“. Ed è anche riconosciuto! Da pensarci.
“I matrimoni a Las Vegas sono un fenomeno diverso dagli altri. L’industria attira applausi e scherni, ma tocca centinaia di migliaia di persone ogni anno, nel giorno più importante della loro vita” – Susan Marg, scrittrice
Se a tutto questo aggiungiamo ottime possibilità di SHOPPING a prezzi più che interessanti, il quadro è completo. Anche se, indubbiamente, il business del GIOCO D’AZZARDO rimane il più redditizio!
“Se siete ad un tavolo da poker e non riuscite a capire quale dei vostri avversari sia il pollo della serata, allora ci sono buone probabilità che il pollo siate voi” – Paul Newman
Nel nostro viaggio in West USA, Las Vegas è un intermezzo tra il BRYCE CANYON, da cui proveniamo, e la VALLE DELLA MORTE, dove siamo diretti.
Dedichiamo a questa folle città due serate e un’intera giornata. Che la si ami o la si odi, va vista. Anche per farsene un’idea personale!
Un albergo a due passi dallo Strip, lo sfolgorante Las Vegas Boulevard, spina dorsale della città su cui si affollano i Casinò più famosi, e siamo pronti.
Tante le attrazioni da vedere. Giriamo tra gli alberghi più spettacolari, passando da Luxor a New York a Parigi, attraverso Bellagio, Venezia e perfino l’antica Roma. Sarà pure un’americanata, ma è di grande effetto!
“Seriamente, perché fare il giro del mondo quando tutto ciò che devi fare è visitare Las Vegas per vedere tutti i luoghi salienti in un unico posto?” – Jeff Maguire, sceneggiatore
Dedichiamo una serata anche a Downtown, oggi un po’ fuori mano rispetto al cuore dello Strip, tripudio di insegne al neon un po’ retrò che illumina una realtà più popolare e meno “ripulita” dello Strip, tra assordanti gruppi rock e gente vestita da cartone animato o supereroe.
Questa è una delle aree che sta cambiando più rapidamente. Sopravvivono i Casinò storici, come il Golden Nugget e il Four Queens.
L’ultima volta che ci sono stata, le famose insegne al neon di Cowboy e Cowgirl erano stata rimosse: sono curiosa di vedere dove ricompariranno!
Quello che andiamo a vedere qui è la Freemont Street Experience: 12 milioni di lampadine a LED creano immagini, accompagnati da suoni, su un’immensa volta di metallo che percorre buona parte della via.
Mi dispiace solo che recentemente abbiano inserito, all’interno della volta, i cavi per una zipline: la gente appesa che sfreccia tra le luci, rovina un po’ l’effetto. Ma si sa, siamo a Las Vegas… “Business is Business”!
Prima di lasciare questa folle città, un’ultima foto a un piccolo capolavoro sconosciuto, opera di Frank Gehry (lo stesso del Walt Disney Concert Hall di LOS ANGELES e del Ray and Maria Stata Center di BOSTON): il Lou Ruvo Center for Brain Health, una clinica neurologica il cui aspetto ricorda un cervello, con i due emisferi separati.
Un organo che a Las Vegas è messo seriamente in discussione.
“Quello che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas. Ma la donna di 200 chili appollaiata davanti a una slot machine, trasudante carne dallo sgabello mentre bilancia un cocktail e una sigaretta in una mano, e tira meccanicamente il braccio della slot con l’altra… beh, quella è ancora con me” – Brian Sack, scrittore e attore
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