“L’America ha solo tre città: New York, San Francisco e New Orleans. Tutto il resto è Cleveland” – Tennessee Williams, scrittore
Lasciato il MISSISSIPPI, pochi chilometri in LOUISIANA… e c’è subito lei, NEW ORLEANS, la città mito che vale il viaggio.
“New Orleans è una sirena tentatrice, un posto da favola, un’illusione” – Una canzone per Bobby Long (2004)
Le parole del film con John Travolta e Scarlett Johansson rendono l’impressione che si prova già al primo sguardo. E non colpisce solo noi, semplici curiosi viaggiatori giramondo, ma anche personaggi ben più mondani e famosi:
“Mi sono innamorato del luogo! Sai, le persone, il bourbon, la musica … è nell’aria. È qualcosa che non puoi descrivere alla telecamera” – Brad Pitt, attore
“C’è qualcosa in New Orleans che incarna la passione. Non l’ho mai visto prima. C’è qualcosa di tangibile nell’essenza della città. Puoi assaggiarlo e annusarlo” – Blake Lively, attrice
“Metà della mia famiglia ha un legame profondo con il Sud e la Louisiana, e per me New Orleans è una delle nostre comunità storiche più preziose: visivamente, emotivamente, artisticamente” – Sandra Bullock, attrice
“Non esiste posto come New Orleans. Ha il miglior cibo. Ha la migliore musica. Ha le persone migliori. Ha le cose più divertenti da fare” – Harry Connick Jr, cantante
Il segreto del suo fascino risiede nella sua storia. La fondano i Francesi quale nuova capitale della Louisiana (1718), in posizione strategica sul Delta del Mississippi, territorio di paludi malariche e pericolosi alligatori. La popolano ex-galeotti, cercatori d’oro, avventurieri e prostitute (chi altro si sarebbe trasferito qui?).
Subentrano gli Spagnoli, che rimodellano il French Quarter, cuore della città, in stile iberico.
Grazie ad un fortuito acquisto (Louisiana Purchase, 1803), passa quindi nelle mani degli Americani. Il porto si sviluppa con la tratta degli schiavi neri.
A fine Ottocento arrivano gli Italiani, soprattutto dal Sud, richiamati dai posti di lavoro lasciati liberi dagli africani emancipati. I Siciliani importano la mafia (la prima cosca mafiosa d’America nasce proprio qui), ma inventano il Jazz.
Il tutto condizionato da un clima tropicale umido, che giustifica la flemma locale in contrasto con la movida caraibica, e porta qualche uragano estivo (come dimenticare Katrina del 2005?).
In questo complesso melting pot, arricchitosi negli ultimi decenni, emergono due culture dominanti: la Creola (tutto quanto non è anglo-americano: nativi, africani, Europei dell’Est, caraibici) e la Cajun (discendenti dai Francesi esiliati dall’ACADIA a fine Settecento: Acadia, Acadienne, Cajun).
Mettiamo insieme tutti gli ingredienti, e comprendiamo il motto cittadino:
“Laissez les bon temps rouler”, lasciate che il bel tempo scorra
Un invito a godersi la vita – anche senza aspettare il MARDI GRASS! – non privo di aspetti interessanti e curiosi contrasti:
“New Orleans è stata la prima metropoli americana a costruire un teatro dell’opera, ma l’ultima ad avere un sistema fognario” – Gary Krist, scrittore
I suoi abitanti incarnano perfettamente questo spirito:
“Balliamo anche se non c’è la radio. Beviamo ai funerali. Parliamo troppo e troppo forte e viviamo troppo alla grande e, francamente, siamo sospettosi degli altri che non lo fanno” – Chris Rose, telecronista
Inevitabile dire che tra divertimenti, locali all’aperto, musica, riti voodoo e magia nera (uno dei suoi punti di forza) e la sensazione aleatoria che qui tutto sia lecito, difficilmente attira personaggi “normali”:
“Quando arrivai a New Orleans mi assicurai di non alloggiare in un casino, anche se tutta la città ci assomigliava” – Charles Bukowski, scrittore
Va detto che, un po’ come quando si dice NEW YORK e si intende Manhattan, la New Orleans intrigante e attrattiva è quella del Quartiere Francese, nucleo storico della città: piccola area con stradine a graticcio, affacciata sul Mississippi. Di giorno, un posto interessante per apprezzare deliziosi palazzi decorati in ferro battuto, maioliche e legno.
“Enormi alberi di quercia torreggiavano sul viale, che vantava case con raffinati lavori in legno, portici avvolgenti e muschio sui marciapiedi. Non c’è niente come una casa a New Orleans” – Hunter Murphy, scrittore
Di sera, gli aromi delle cucine più varie, speziate, intriganti e saporite, escono da mille locali con insegne colorate e ammiccanti.
“Il cibo di New Orleans è delizioso quanto la forma meno criminale del peccato” – Mark Twain, scrittore
Di notte, un unico grande teatro all’aperto: ovunque c’è musica Jazz e Blues, ci si diverte, e si balla!
“Quando non sai cos’è, allora è Jazz” – Alessandro Baricco, scrittore
Il primo disco jazz inciso è opera di un siciliano nato qui: Dominick James “Nick” La Rocca (1896). E sempre qui, pochi anni dopo, nasceva Louis Armstrong (1901), cui oggi è dedicato un parco a tema.
“Ogni volta che chiudo gli occhi e suono la mia tromba, guardo dritto nel cuore della cara vecchia New Orleans. Mi ha dato qualcosa per cui vivere” – Louis Armstrong, musicista
Nel nostro tour dedichiamo due giorni a New Orleans e dintorni. Visite culturali di giorno, e serate nel cuore della movida! Tra la mitica Bourbon Street, il salotto del French Quarter, e una crociera in battello sul Grande Fiume: buona cucina, atmosfera e Jazz assicurato!
Ma la LOUISIANA non è solo New Orleans: il “Pelican State” ha altro da offrire!
Siamo nel Sud più autentico degli USA, ed anche se la mitica Tara di Via col Vento nella finzione si trovava in Georgia, e nella realtà a Hollywood, qui, lungo le 70 miglia della Great Mississippi River Road, deliziose magioni perfettamente restaurate ci fanno rivivere l’era d’oro delle piantagioni.
“Da Baton rouge a New Orleans le grandi piantagioni di canna da zucchero costeggiano entrambe le sponde del fiume fino in fondo… un sacco di abitazioni… così vicine, che l’ampio fiume tra due sponde diventa una sorta di strada sacra. Una regione molto familiare e dall’aspetto felice” – Mark Twain, scrittore
Fotografiamo le più significative, splendidi esempi di quella architettura antebellum cancellata dalla Guerra di Secessione (1861-1865). Iniziamo da Laura, piantagione Creola a gestione familiare: semplice, colorata, efficiente.
San Francisco Plantation è la più decorata e opulenta, benchè non riuscì mai a decollare economicamente (il nome deriva da “sans fruscins”, senza soldi, e non dalla SAN FRANCISCO californiana!).
La “Grande Dame” della Great River Road è la Oak Alley Plantation, dove ventotto querce perfettamente simmetriche formano uno spettacolare colonnato che valorizza la facciata neoclassica dell’edificio.
Ancora sul Mississippi, che in Louisiana non ci abbandona mai, BATON ROUGE, la capitale attuale fondata dai Francesi nel 1699. Il curioso nome “bastone rosso” fa riferimento all’usanza dei nativi di delimitare i territori di caccia con pali rossi. Visitiamo il Capitol in stile Art Deco, a grattacielo come quello di TALLAHASSE, il più alto degli Stati Uniti.
Dalla sua cima si gode di uno splendido panorama. Deliziose le due ali del Parlamento decorate per le feste! Adoro il fatto che negli Stati Uniti si possa entrare in tutti i Capitol: vige il principio che rappresentano la casa dei cittadini. Una casa, orgoglio di ogni Stato, aperta anche ai forestieri!
Di tutt’altro stile, il Vecchio Capitol “Castello sul Fiume”, univoco blend di gotico e vittoriano. Una struttura decisamente originale!
Impossibile dimenticare, infine, che la Louisiana è anche “The Bayou State”, in omaggio a un ecosistema tipico del delta del Mississippi. Fauna selvatica, canali e paludi, con alberi immersi nell’acqua, coperti di muschio e con radici aeree, sono sempre lì a ricordarcelo.
“And I think to myself, what a wonderful world. Oh, yeah…” – Louis Armstrong
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