“Guardate nel profondo della Natura, e allora capirete meglio tutto” – Albert Einstein, fisico
Natura con la “N” maiuscola. Ecco cosa ci aspetta in questa parte del viaggio.

Le Montagne Rocciose Canadesi (Canadian Rockies) rappresentano la continuazione verso nord delle Montagne Rocciose Americane, l’impervia barriera montuosa che attraversa gli USA da nord a sud.

La peculiarità delle Rockies Canadesi rispetto alle Americane è che sono state intensamente modellate dai ghiacciai, con ripide vette oltre i 3000 m separate da ampie valli in cui vive una grande quantità di fauna selvatica.

Basta tenere gli occhi aperti (e sapere dove cercare!) ed è abbastanza facile incontrare orsi (soprattutto neri, ma anche grizzly), aquile, cervi, volpi e altri piccoli mammiferi.

Predatori come il ghiottone, il lupo o il coguaro (puma, o leone di montagna), più rari e schivi, sono invece prerogativa di pochi fortunati. Finora non li ho mai visti nemmeno io, nonostante i numerosi viaggi. Ma non dispero!

Per tutti questi motivi, dal 1984 ben 4 parchi nazionali contigui delle Montagne Rocciose Canadesi sono stati inclusi nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO come CANADIAN ROCKIES MOUNTAIN PARKS: BANFF, JASPER, KOOTENAY e YOHO. In questo tour li visitiamo tutti.

E non solo. Per raggiungerli, lasciandoci la fertile OKANAGAN VALLEY alle spalle, cogliamo l’occasione per attraversarne altri due, sempre montani e altrettanto belli, ma non appartenenti, geologicamente, alle Rockies.
Il primo è MOUNT REVELSTOKE NATIONAL PARK. Situato a fianco dell’omonima cittadina montana, ospita una delle ultime foreste temperate pluviali dell’interno, con immensi esemplari di Giant Red Cedars (cedri rossi giganti: in realtà, una varietà di Thuja).

Si dice che il loro contatto trasmetta benessere ed energie positive… Nel dubbio, io ci provo: un abbraccio non si nega a nessuno!
“La via più chiara per l’Universo è attraverso una foresta selvaggia” – John Muir, naturalista

Continuando lungo la Trans-Canada Hwy, una delle strade nazionali più lunghe al mondo (oltre 8000 km da est a ovest), attraversiamo il GLACIER NATIONAL PARK, che deve il suo nome alla presenza di numerosi ghiacciai.

L’hotel Glacier House, costruito qui nel 1886, quando si cercava un passaggio tra le montagne per strada e ferrovia, è considerato il primo centro alpinistico del Nord America.
Sostiamo a Radium Hot Springs, piccola località termale in cui le pecore delle montagne rocciose sono più numerose degli abitanti.
Entriamo quindi nel primo parco UNESCO delle Rockies: KOOTENAI NATIONAL PARK, l’unico del Canada ad ospitare sia ghiacciai che cactus, grazie all’estensione nord-sud ed al microclima particolarmente secco.

Una piacevole passeggiata fino alle Paint Pots (Pozze di Pittura) ci consente di scattare foto originali, ma anche apprendere informazioni sull’estrazione dell’ocra. L’effetto dell’arancione sul paesaggio si commenta da solo!

Per le popolazioni native, che in Canada si chiamano First Nations, il pigmento ocra svolgeva un ruolo fondamentale nelle celebrazioni rituali, e questo era considerato un luogo sacro.

Più piccolo degli altri tre gioielli UNESCO, YOHO NATIONAL PARK. In lingua nativa, il nome significa “meraviglia”. Passeggiando intorno all’Emerald Lake, il Lago di Smeraldo, si capisce che mai nome fu più azzeccato.

“Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare dai maestri” – San Bernardo
Proseguendo, superiamo il Continental Divide, linea di cresta immaginaria che separa il bacino idrografico dell’Atlantico da quello del Pacifico.
Ci dedichiamo quindi al parco più famoso e più visitato delle Rockies: il BANFF NATIONAL PARK, situato a cavallo tra British Columbia e Alberta. Istituito nel 1885, è il più antico del Canada, ed uno dei più antichi al mondo.
A differenza degli Stati Uniti, in cui la tutela dell’ambiente è più restrittiva, in Canada è consentito costruire cittadine all’interno dei parchi, non solo come località di servizi, ma proprio come destinazione turistica in sé. L’impatto è quanto meno strano…

Passeggiando tra alberghi, ristoranti e negozi lungo le vie della vivace BANFF, cittadina omonima nel cuore del parco, non sembra di trovarsi all’interno di un’area protetta.
In realtà, basta allontanarsi un po’, e siamo di nuovo nella Natura, via dalla pazza folla. Ci sono tanti sentieri… Scegliamo quelli più belli e meno frequentati. E ci ritroviamo da soli, tra paesaggi strepitosi.
Certo bisogna sapere dove e quando andare… e gli incontri con la fauna selvatica non mancano.

Anzi, bisogna fare attenzione a che gli incontri non diventino troppo ravvicinati… soprattutto se parliamo di orsi, neri o grizzly che siano.

C’è tutta una serie di accorgimenti da usare per evitare problemi. Soprattutto il “Don’t Run and Play Dead”, non correre e fingiti morto: saggio, se ricordiamo che un orso può correre alla velocità di 50 km orari. Noi no.

Qualche volta i sentieri vengono chiusi per attività eccessiva dei grossi bestioni pelosi. Oppure restano aperti, ma solo per chi ha con sè il Bear Spray: una specie di bomboletta antistupro… in formato per orsi!

Scherzi a parte, nessun pericolo, se si usa un po’ di buon senso. Ne parlo anche a proposito dell’ALASKA.

E vedere questi enormi animali da vicino, magari mentre “brucano” tranquillamente le margherite (sono per l’85% vegetariani) è un’emozione indescrivibile!
Finiamo di esplorare il Banff, e procediamo verso nord, lungo la spettacolare ICEFIELDS PARKWAY, la Strada dei Ghiacciai: 230 km di meraviglia, lungo una delle vie più scenografiche del Nord America.

Inizia a LAKE LOUISE, ancora nel parco di Banff: ameno villaggio lacustre cresciuto intorno allo storico Chateau, dominato dal Victoria Glacier.

Un paesaggio idilliaco, per uno dei laghi più fotografati al mondo.

Continuando verso nord, tra paesaggi mozzafiato di montagne, laghi e ghiacciai, dedichiamo una sosta al vastissimo Columbia Glacier, insieme di una trentina di ghiacciai che raggiungono i 350 m di spessore.

La sua punta più famosa, l’Athabasca Glacier, arriva fin quasi sulla strada. E benchè negli ultimi 150 anni si sia ritirato di più di un chilometro e mezzo, la sua massa è impressionante. Notare, nella foto, le proporzioni rispetto a un bus turistico, cerchiato in rosso…

Ancora verso nord… fino al mio parco preferito: JASPER NATIONAL PARK, il più grande e il più selvaggio dei quattro, dove le folle di turisti non arrivano, e la natura è ancora incontaminata.

Anche qui, come a Banff, c’è una cittadina all’interno del parco. Ma JASPER è più piccola, più semplice e molto più tranquilla. Deliziosa!
Un minuscolo angolo di paradiso, il nostro punto di partenza per l’esplorazione dei dintorni.

Tra canyon, laghi e cascate, anche qui il paesaggio è strepitoso!

Ormai sappiamo dove andare a cercare gli animali selvatici… Anche gli orsi! A inizio giugno sono da poco usciti dal letargo (si vede: sono ancora magri!), e si spostano in cerca di cibo o di un partner. Il periodo scelto per il nostro viaggio non è casuale!

Certamente, per avere certezze bisognerebbe andare allo zoo. Ma finora la nostra costanza è stata sempre ricompensata. Le foto lo dimostrano.

La Natura è davvero meravigliosa!
“Solleva la Natura, Dio è sotto” – Victor Hugo, scrittore

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