“Io penso che andremo sulla luna perché affrontare sfide è insito nella natura dell’uomo. È l’essenza della sua anima interiore… Siamo obbligati a fare queste cose proprio come i salmoni nuotano controcorrente” – Neil Armstrong, astronauta
Nell’Atlantico vive una sola specie di salmone, quasi sempre allevato.
Nel Pacifico le specie sono sei. Cinque di queste, tra cui il Chinook “King” Salmon, il più grande di tutti, arrivano in Alaska. Dove allevare salmoni è vietato per legge. Anche perchè, ce n’è abbastanza per tutti!
Infatti, il 95% dei salmoni selvaggi al mondo proviene proprio da qui.
Il salmone è un pesce anadromo, risale la corrente. Nasce nelle acque cristalline dei fiumi e dei ruscelli dell’interno e poi migra nell’oceano, dove trascorre la vita adulta nutrendosi di gamberi, aringhe e calamari. A un certo punto, l’istinto lo guida a intraprende l’ultimo viaggio: ritrova il corso d’acqua in cui è nato e lo risale anche per 2000 km.
Quando ti senti abbandonato, pensa alla femmina del salmone, che depone 3 milioni di uova ma nessuno si ricorda di lei per la Festa della Mamma – Sam Ewing, giocatore di football
Raggiunto il punto esatto, assume un colore rosso-arancio, si esibisce in eleganti danze nuziali, depone le uova (o le feconda, se è maschio), e muore.

Un ciclo vitale che dura anni, e richiede variazioni fisiologiche drastiche e complesse (per adattare il corpo al passaggio dall’acqua dolce alla salata e viceversa), una notevole forza fisica (per superare rapide e cascate), e uno sbalorditivo senso dell’orientamento (che gli scienziati ancora non si spiegano). Ed anche un po’ di fortuna, date le avversità del percorso!
In Alaska la “Corsa dei Salmoni“, o SALMON RUN, si ripete ogni anno da giugno a settembre, a seconda delle specie, con un picco da metà luglio a metà agosto.
Tutto un mondo ruota intorno alla SALMON RUN:
- l’industria, per rifornire le nostre tavole
- i pescatori sportivi, che convergono qui da tutto il mondo (anche perché c’è un sistema così efficiente per spedire il pesce pescato, che spesso arriva in patria prima del pescatore stesso!)
- e gli animali: orsi in primis, ma anche aquile, gabbiani, lupi e tutta la FAUNA SELVATICA alaskana, che non disdegna quanto la natura offre in grande quantità, anche se per un periodo di tempo limitato.

Un equilibrio molto delicato, che in Alaska è soggetto ad un controllo severissimo. In 15.000 corsi d’acqua ci sono fotocellule che, in tempo reale, tengono conto di quanti salmoni hanno risalito la corrente. E dove le fotocellule non arrivano, una figura professionale di “fishcounter“(ebbene sì, conta-pesci!) svolge, manualmente, la stessa funzione.

Stabilita l’entità della Salmon Run del momento, l’Ente preposto al controllo calcola per prima la quota necessaria al sostentamento della fauna selvatica.

Solo poi, comunica la disponibilità per l’industria. Infine, rilascia le licenze per i pescatori: licenze che specificano non solo luogo e spazio temporale, ma anche quale delle 5 specie può essere catturata e in quanti esemplari. Impensabile barare, le sanzioni sono severissime!

Ogni CITTADINA DI MARE, situata vicino a un corso d’acqua interessato dalla Salmon Run, ha un porticciolo attrezzato per pulire il pesce direttamente sul posto. Gli scarti (praticamente tutto, tranne i filetti!), vengono buttati in mare. Ma ce n’è talmente tanto che perfino i gabbiani li snobbano, prediligendo bocconi più succulenti.

E comunque, in un ambiente impegnativo come l’Alaska nulla va sprecato: le parti tralasciate da persone e predatori vanno ad arricchire suolo e acque di importanti nutrimenti, fondamentali per tutta la catena alimentare. Fenomeno paragonabile, per rilevanza biologica, alla migrazione degli gnu nel Serengeti.
“Mi piace l’Alaska per la pesca al salmone – è fantastico lì! Di solito sto in una capanna di tronchi, senza nessuno in giro per miglia. Mi piace andarci con gli amici, ma sono anche felice di stare da solo, in mezzo alla Natura” – Vinnie Jones
Rispetto agli stranieri, i locali hanno qualche agevolazione in più. Ad esempio, mutuando la tecnica dai NATIVI ATHABASCA alcuni di loro utilizzano FISHWHEEL, “ruote per pesci” azionate dalla corrente che “pescano” i salmoni direttamente dal fiume. E li catturano! Credo renda l’idea riguardo all’entità del fenomeno di cui stiamo parlando.

E che salmoni! Confesso che non amo il pesce, ma questo fa eccezione. Magrissimi (con l’attività fisica che fanno, ne consumano di grassi!), ricchi di Omega3, e dal sapore così unico che si potrebbero mangiare crudi. E che colore! Un rosso/arancio così intenso da sembrare finto.
Inutile dire che il salmone costituisce la dieta principale dei locali: come le formiche della fiaba, lo pescano in estate, lo trattano per conservarlo e lo ripongono come scorta per l’inverno (ne parlo in CONSIDERAZIONI FINALI).
Visitare l’Alaska durante la Salmon Run è un must. Certo, è altissima stagione e costa tutto di più, c’è più gente in giro (soprattutto locali e pescatori) e bisogna prenotare per tempo… Ma ne vale la pena! Tutto è pervaso da una piacevole atmosfera di movida, ed è più facile vedere orsi. Oltre, naturalmente, a mitiche scorpacciate di salmoni wild, che nuotavano indisturbati fino a poche ore prima. Più fresco di così….


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