Sembra un nome indiano… O, più correttamente, Nativo-Americano.

E invece no. Così si chiamava la moglie del primo direttore dell’ufficio postale: Sedona Arabelle Miller Schnebly (1877 – 1950), celebrata per la sua ospitalità e generosità.

SEDONA si trova allo sbocco dell’Oak Creek Canyon, il Canyon del Torrente della Quercia, incastonata tra le Red Rocks, le montagne dalle Rocce Rosse. Un rosso capace di infuocarsi sotto i raggi del sole: quanto basta, per la National Geografic, per inserirla fra i tre tramonti più spettacolari al mondo.

Oak Creek Canyon, verso Sedona

“Il tramonto più bello del mondo è tra le piramidi di Giza in Egitto. Al secondo posto c’è Pointe Aux Piments, a Mauritius. Terza classificata: l’Arizona con Sedona, conosciuta come la Red Rock Country” – National Geografic, rivista

Tramonti a parte, è curioso che una cittadina di neanche diecimila abitanti, nel cuore dell’ARIZONA centrale, sia conosciuta in tutto il mondo.

Red Rocks, Sedona

I motivi sono vari. Sicuramente, la bellezza del paesaggio semiarido di canyon, deserti e rocce rosse, che negli anni Cinquanta-Sessanta la trasformarono in una piccola Hollywood, set di film western come Johnny Guitar.

La presenza del cinema, con registi del calibro di John Ford e attori come John Wayne, ha contribuito a vivacizzarne la scena artistica in generale: oggi esistono oltre 100 gallerie d’arte, tutte di ottimo livello, e la città ospita eventi come il Sedona International Film Festival (cinema), il Sedona Bluegrass Festival (arte) e il Sedona Jazz on the Rocks Musical Festival (musica).

Ma questo è il meno. Sedona è la Città degli Spiritisti, il posto migliore per scoprire la controcultura New Age americana iniziata proprio qui quando, nel 1946, vi si trasferì Max Ernst, padre di Surrealismo e Dadaismo.

Tutto è sempre riconducibile alle Rocce Rosse: l’alta quantità in ferro, responsabile del colore vermiglio, incide sul magnetismo terrestre, facendo scaturire veri e propri vortici di energia in grado – secondo gli esperti – di riequilibrare l’individuo, ricongiungendolo alla propria intimità antica e perduta. A Sedona sono stati individuati e descritti ben quattro diversi vortici, ognuno adatto a sviluppare un determinato aspetto della personalità.

Sedona, Cathedral Rock

Capita spesso di vedere qualcuno che medita appollaiato su una roccia, intento a ricomporre i pezzi della propria essenza. Dicono che funzioni!

Con buona pace degli scettici, esiste una scienza, la Geobiologia, che studia la “risonanza della macchina umana” rispetto al campo gravitazionale terrestre.  

Sedona, Red Rocks

Può far sorridere… ma non dimentichiamo che la medicina sciamanica dei Nativi Americani si basa anche su equilibri analoghi: principi che ritroviamo anche alla RUOTA DELLA MEDICINA, nel mio viaggio nel FAR WEST.

Anche per questo, i guru della filosofia New Age, numerosi nella comunità di Sedona, vengono chiamati “Sciamani dal viso pallido”.

Sedona, a spasso per il centro

“Qualunque sia il percorso che ti ha portato qui, c’è una ragione per cui sei venuto, anche se potresti non saperlo ora. Quindi, per favore, apri le orecchie e ascolta. Ascolta il messaggio che Sedona ha per te” – Ilchi Lee, The Call of Sedona: Journey of the Heart

Così recita “The Call of Sedona: Journey of the Heart” di Ilchi Lee, uno studioso coreano che ha sviluppato la Brain Education, l’Educazione del Cervello, un metodo di allenamento mente-corpo che aiuta ogni persona a creare la propria salute, felicità e pace. Che ci si creda o no, ad Ilchi Lee – e ad altri visionari come lui – qualche vantaggio l’ha già portato!

Sedona, Chapel of the Holy Cross

Può una città così poco “normale” avere una chiesa “normale”? Ovviamente no. L’originale Chapel of the Holy Cross è in linea con le aspettative.

Inaugurata nel 1957, è stata fortemente voluta da Marguerite Brunswig Staude, scultrice, filantropa e devota cattolica ispiratasi all’Empire State Building di New York. Inizialmente commissionata al figlio di Frank Lloyd Wright, per evitare contrasti con la curia cattolica la Cappella fu costruita a Sedona, un luogo isolato che Marguerite amava tantissimo.

Sedona, Chapel of the Holy Cross, interni con vista

“Il nostro monumento diventerà una Cappella dedicata a trovare Dio attraverso l’Arte” – Marguerite Brunswig Staude, scultrice e filantropa

La vetrata, sormontata da un’enorme croce, oggi domina la valle, tra formazioni rocciose suggestive come la Madonna col Bambino.   

Red Rocks, Madonna con Bambino

Sedona è una delle tappe del mio West USA, un luogo un po’ folle, ma da vedere. Mi piace arrivarci dall’Oak Creek Canyon, una spettacolare strada tutta curve che dall’altipiano scende per settecento metri in pochi chilometri, fino ad aprirsi tra le rocce rosse.

Sedona, cassetta postale a tema Chapel of the Holy Cross

In più, ci consente di vedere, nei pressi, due preziose testimonianze di un passato ben più antico.

Come il perfettamente conservato MONTEZUMA CASTLE, il Castello di Montezuma: opera non del sovrano Azteco, che qui non giunse mai, ma dei Sinagua (“Senz’Acqua”), cultura pre-Colombiana diffusa in ARIZONA (che significa “Terra Arida”). Una costruzione incassata nella roccia, o Cliff Dwelling, sviluppata su cinque piani e con una ventina di camere.

Montezuma Castle, XII secolo

Il sito è piccolo, ma la visita è molto interessante: spiega infatti come poteva essere la vita, in un territorio così arido, prima dell’arrivo degli Europei. Ci sono vari resti di Cliff Dwelling nel territorio dei FOUR CORNERS (confine tra Arizona, Colorado, Utah e New Mexico). I più spettacolari sono nel parco nazionale MESA VERDE, tutela UNESCO: lo visitiamo nel tour del FAR WEST.

Non tutti gli animali del deserto sono simpatici… Mai visto un serpente, per la cronaca!

Altra piccola perla, molto meno conosciuta e visitata (ci ritroviamo sempre soli) è il MONTEZUMA WELL, o Pozzo di Montezuma: un’oasi di origine carsica, dalle caratteristiche geologiche rare, che per i Sinagua era un luogo sacro. L’acqua nel deserto è sempre qualcosa di magico!

Montezuma Well, con abitazioni rupestri dei nativi Sinagua

Parliamo di un bacino di 57 milioni di litri di acqua, di cui il 10% viene ricambiato ogni giorno, in un territorio semidesertico che riceve al massimo 33 cm di pioggia l’anno. Gli scienziati sono riusciti a comprenderne l’origine solo pochi anni fa.

Montezuma Wells: particolare di Cliff Dwelling dei Sinagua

Al di là dell’aspetto scientifico, il posto è splendido. Non occorre essere sciamani, per gridare al miracolo!  

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