“Totò, ho l’impressione che non siamo più nel Kansas” – dal film Il mago di Oz

Infatti! Ci lasciamo anche il KANSAS alle spalle, ed entriamo in OKLAHOMA.

In lingua Choctaw Oklahoma significa “Terra dell’Uomo Rosso“, un modo per indicare i Nativi Americani. Molta acqua è passata sotto i ponti da quando erano i principali, se non unici, abitanti della zona. Tuttavia, oggi quasi metà dello Stato è riserva indiana.

Oklahoma, la Terra dei Nativi Americani: metà del territorio è riserva indiana

L’Oklahoma è anche la Terra degli Okies“, i disperati che durante la Dust Bowl degli Anni ‘30 raccolsero i pochi averi, caricarono qualunque mezzo e si misero in viaggio, lungo la MOTHER ROAD, verso la fertile California, come magistralmente narrato da Steinbeck in Furore.

Stemma della Route 66: nella parte alta, il nome dello Stato attraversato

Man mano che procediamo lungo la Route, le Road Attractions, o “attrazioni da strada”, si fanno sempre più originali e accattivanti.

Come le stazioni di servizio, che spaziano dal più puro stile cottage (per regalare ai viaggiatori l’atmosfera di casa)… alla Santa Sofia di Istanbul!

Hole in The Wall Conoco Station, Commerce: stazione di servizio in stile cottage
Tulsa, Blue Dome Service Station (1924), ispirata alla Santa Sofia di Istanbul

In Oklahoma si trovano alcune delle attrazioni più famose della Route, come il TOTEM POLE PARK, che contiene il più alto totem al mondo in cemento (per vedere i più alti totem in legno: bisogna venire con me in CANADA OCCIDENTALE o in ALASKA).

Ci aspetta quindi un’enorme BLUE WHALE, la sorridente e fotogenica balena blu ormeggiata in un laghetto tra funghi giganti (finti) e curiosi tacchini (vivi).

Catoosa, Blue Whale, la gigantesca balena blu lunga 24 m

I primi pozzi di petrolio lungo la strada ci ricordano quanto l’estrazione di greggio sia importante per lo Stato: l’enorme GOLDEN DRILLER di TULSA, costruito nel 1953 per l’International Petroleum Exposition come simbolo della “Oil Capital of the World“, ne è ancora oggi testimonial.

Sempre a Tulsa, ci lasciamo conquistare da un monumento semplice ma di grande effetto: PRAYING HANDS, due mani unite in preghiera, la più grande scultura in bronzo al mondo (18 m), mentre i palazzi del centro sfoggiano decori originali in vari stili.

Un fienile rotondo dipinto di rosso, e un’altissima bottiglia di soda, che richiama clienti per un locale con più di 500 varietà di bibite, sono le ultime soste prima di raggiungere la capitale dello Stato, OKLAHOMA CITY.

Arcadia, il rosso Round Barn, fienile del 1898
Arcadia, enorme bottiglia di soda a reclamizzare un locale con 500 varietà di bibite

“And Oklahoma City is mighty pretty” – Chuck Berry, Route 66

E’ vero! Oklahoma City è davvero una città carina! Ed ha un po’ di tutto: enormi murales, una cupola geodesica dorata di 625 elementi, il grande stadio dei Dodgers, e romantici canali su cui si affacciano localini eleganti, più o meno raffinati, luogo perfetto per una cena.

Oklahoma City, un enorme murales su Main Street al tempi d’oro della Route
Oklahoma City, stadio di una delle più famose squadre di baseball americane: i Dodgers

In una capitale americana, non può mancare il Capitol. Ma questo è unico! Ha la statua di un Nativo Americano sulla guglia (foto in copertina), ed è affiancato da un enorme pozzo petrolifero! Proprio nel cuore della città.

Ma l’omaggio dI Oklahoma City ai Nativi Americani non si esaurisce qui. La stupenda statua dell’indiano ferito, nel ricco e completo National Cowboy & Western heritage Museum, ci prepara al grande Sud. Non vediamo l’ora!

Oklahoma City, National Cowboy & Western Heritage Museum

Ultima sosta fotografica a TEXOLA, città fantasma a due passi dal confine…

Come recita un murales: “There is no place like Texola”! Non ci sono posti come Texola

… ed entriamo in TEXAS!!

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