Furono dei cacciatori di pellicce del New England a fondare PORTLAND, in OREGON. Curiosamente, il nome venne deciso col lancio di una moneta: la scelta era fra Boston, dalla quale proveniva Asa Lovejoy, e Portland, città di Francis W. Pettygrove, nel Maine. Inutile dire che vinse il secondo. Era il 1845.
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Strategica la posizione sulle sponde del fiume Willamette, pochi chilometri a monte dalla confluenza col Columbia River: due importanti vie d’acqua verso il Pacifico.
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Sfruttando questo vantaggio, per tutto il XIX secolo Portland fu il maggior porto del Pacific Northwest. Primato poi perso a favore di SEATTLE. L’economia locale si rivolse quindi a elettronica e alta tecnologia.
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Con più di mezzo milione di abitanti, oggi Portland è la città più popolosa e importante dell’OREGON.
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Difficile definirla con un aggettivo: vivace, multietnica, idealista, liberal, spregiudicata… Forse il termine giusto è emergente: una città in perenne movimento alla ricerca di una sua identità, tra hippy, intellettuali, homeless e nerd. Una delle tappe del nostro Pacific Northwest.
Cuore della città è Pioneer Courthouse Square, a Downtown, il “salotto buono” di Portland, luogo di ritrovo all’aperto dei cittadini ma anche sede privilegiata per concerti e manifestazioni.
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Una delle vie che costeggia la piazza è la Broadway: anche in questo caso, come a MANHATTAN, “Via Larga” è sinonimo di teatri.
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Nei pressi, una delle numerose fontane che decorano la città, a due passi dal pittoresco Tom McCall Waterfront Park, sul Willamette River.
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Di fianco, Old Town, nucleo della Portland di fine Ottocento, un tempo quartiere malfamato ma oggi semplicemente vivace, anche per la presenza di numerose discoteche. Tra i simboli sopravvissuti del passato: Union Station, aperta nel 1896 e ristrutturata un secolo dopo.
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Ultimamente Old Town è stata quasi completamente fagocitata da un’esuberante e vivace Chinatown. Dragoni, lampioni e murales compresi.
Una curiosità: sotto il quartiere si snodano ancora gli Shangai Tunnel, gallerie sotterranee in cui persone senza scrupoli trascinavano ubriachi e molesti, prima di imbarcarli forzatamente per altri lidi. Una specie di “lavanderia automatica” per ripulire la città. Poco ortodosso, ma efficiente!
Ben diversa l’atmosfera di Pearl District: un tempo zona industriale, con i classici edifici in mattoncini rossi, oggi quartiere più esclusivo (e costoso!) di Portland, tra boutique di lusso, ristoranti alla moda e gallerie d’arte.
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Un ultimo sguardo dall’alto, e ci dedichiamo ai dintorni.
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Portland si trova in una regione dell’OREGON particolarmente interessante: non solo vulcani (ben 32 nei dintorni, tra cui MT. HOOD e MT. ST HELENS), ma anche la pittoresca COLUMBIA RIVER GORGE, la Gola del Fiume Columbia, secondo dei Lower 48 per portata d’acqua, dopo il Mississippi.
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La valle segue il corso del fiume e gode di un clima particolarmente mite, che la rende perfetta per le attività all’aperto. E non solo! Consente infatti la crescita di vigneti, da cui si producono vini di ottima qualità. Una strada panoramica la percorre tutta, tra cascate scintillanti e scenari bucolici.
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Meriwether Lewis e William Clark descrissero con stupore la bellezza di questa valle nel corso della famosa spedizione del 1804-1806, da Saint Louis al Pacifico, che aprì la strada alla conquista del West. Un evento storico importante nella storia degli USA, celebrato con statue e murales.
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Ben prima di loro, NATIVI AMERICANI abitarono qui per millenni, richiamati dal clima mite, dalla vegetazione rigogliosa e dalla presenza di SALMONI.
Mi piace moltissimo la statua dedicata a Sakakawea (anche in copertina), che incontriamo in una delle cittadine lungo la Columbia River Gorge. La Nativa Americana della tribù Shoshoni che aiutò Lewis e Clark è celebrata con una statua anche all’interno del Capitol a WASHINGTON D.C.
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L’OREGON ha una bellezza selvaggia. Ogni suo aspetto meriterebbe un articolo a sé. Ma sarebbero troppi da descrivere…
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Qui voglio ricordare ancora una sua peculiarità, opera questa volta non della Natura ma dell’uomo: i suoi romantici PONTI COPERTI.
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Chi pensava fossero una prerogativa del NEW ENGLAND? Progettati per proteggere dalle intemperie le strutture portanti, ma anche uomini e merci, queste deliziose strutture in legno dal tetto spiovente, spesso con finestre o balconate sul fiume, sono una delle sorprese del nostro viaggio.
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Dei 500 Ponti Coperti originari, costruiti fra metà Ottocento e metà Novecento, oggi in Oregon ne rimangono circa 50, inseriti nel National Register of Historic Places. Un piccolo mondo antico tra villaggi sperduti, ruscelli e campi coltivati, che ha qualcosa di magico, e di molto romantico.
Chiudo con una curiosità, a proposito di Lewis e Clark. Nonostante l’importanza e il successo della spedizione, i pericoli affrontati e i quasi 4000 km percorsi, all’arrivo sul Pacifico non trovarono nessuno ad aspettarli, e nessun passaggio verso casa: dovettero rifarsela a piedi fino a St Louis! Per quanto belli possano essere i paesaggi, la vita dell’esploratore è proprio dura!
“Mentre passavamo nella valle, sembrava che quelle scene di incantesimo fatato non avrebbero mai avuto fine” – Meriwether Lewis, esploratore
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